La depressione è una condizione piuttosto complessa, che non comporta solamente un abbassamento del tono dell’umore e/o una tristezza persistente, ma che provoca anche alterazioni più o meno significative a livello fisico, fisiologico e cognitivo, tanto da compromettere la sfera lavorativa (o scolastica), sociale e familiare.
Tecnicamente, la depressione si colloca tra le patologie dell’umore (tra le quali troviamo anche il disturbo bipolare), classificandosi al secondo posto, dopo l’ansia, tra i disturbi mentali più diffusi su scala globale.
Si stima, infatti, che una percentuale compresa tra il 15 e il 20% della popolazione mondiale possa sviluppare sintomi depressivi almeno una volta nella vita.
I cittadini italiani colpiti da depressione sono più di 2,8 milioni (vale a dire, in percentuale, il 5,4% dei soggetti che hanno oltrepassato i 15 anni di età; dati Istat).
La depressione può affliggere persone di ogni età, sesso, professione e ceto sociale, sebbene l’incidenza risulti maggiore nelle donne, specialmente con l’avanzare dell’età (passando dal 5,8% nella fascia 35-64 anni al 14,5% nelle over-65), negli anziani (16,6%) e negli adulti che versano in condizioni socio-economiche svantaggiate (circa l’11% dei disoccupati e dei soggetti con scarsa istruzione).
La durata media di un episodio depressivo è di circa sei mesi. Tuttavia, in assenza di un adeguato supporto e/o in concomitanza con altri fattori di rischio (tra cui: predisposizione familiare, patologie croniche, lutti e situazioni di forte stress, uso di alcuni farmaci, abuso di alcol e/o sostanze stupefacenti, ecc.), non è raro che i sintomi si aggravino e perdurino nel tempo, arrivando talvolta a cronicizzarsi.
Ecco perché è fondamentale saper riconoscere tanto i primi segnali che rivelano l’esordio (o il ripresentarsi) della malattia, quanto i sintomi tipici che ne derivano, in modo tale da intervenire prima possibile con un percorso terapeutico ad hoc.
Dunque, quali sono i sintomi tipici della depressione?