Come riconoscere la depressione? Ecco 7 sintomi da non sottovalutare

Quali sono i sintomi della depressione e quando rivolgersi ad uno psicologo? Ecco 7 segnali a cui prestare attenzione.

Cos’è la depressione?

  • ​La depressione è una condizione piuttosto complessa, che non comporta solamente un abbassamento del tono dell’umore e/o una tristezza persistente, ma che provoca anche alterazioni più o meno significative a livello fisico, fisiologico e cognitivo, tanto da compromettere la sfera lavorativa (o scolastica), sociale e familiare.

    Tecnicamente, la depressione si colloca tra le patologie dell’umore (tra le quali troviamo anche il disturbo bipolare), classificandosi al secondo posto, dopo l’ansia, tra i disturbi mentali più diffusi su scala globale.

    Si stima, infatti, che una percentuale compresa tra il 15 e il 20% della popolazione mondiale possa sviluppare sintomi depressivi almeno una volta nella vita. 

    I cittadini italiani colpiti da depressione sono più di 2,8 milioni (vale a dire, in percentuale, il 5,4% dei soggetti che hanno oltrepassato i 15 anni di età; dati Istat).

    La depressione può affliggere persone di ogni età, sesso, professione e ceto sociale, sebbene l’incidenza risulti maggiore nelle donne, specialmente con l’avanzare dell’età (passando dal 5,8% nella fascia 35-64 anni al 14,5% nelle over-65), negli anziani (16,6%) e negli adulti che versano in condizioni socio-economiche svantaggiate (circa l’11% dei disoccupati e dei soggetti con scarsa istruzione).

    La durata media di un episodio depressivo è di circa sei mesi. Tuttavia, in assenza di un adeguato supporto e/o in concomitanza con altri fattori di rischio (tra cui: predisposizione familiare, patologie croniche, lutti e situazioni di forte stress, uso di alcuni farmaci, abuso di alcol e/o sostanze stupefacenti, ecc.), non è raro che i sintomi si aggravino e perdurino nel tempo, arrivando talvolta a cronicizzarsi.

    Ecco perché è fondamentale saper riconoscere tanto i primi segnali che rivelano l’esordio (o il ripresentarsi) della malattia, quanto i sintomi tipici che ne derivano, in modo tale da intervenire prima possibile con un percorso terapeutico ad hoc.

    Dunque, quali sono i sintomi tipici della depressione?


I 7 sintomi principali della depressione

  • Sia nelle forme più lievi, sia in quelle più severe, la depressione si manifesta con un quadro clinico variegato e complesso che coinvolge corpo e mente del paziente.

    Entrando maggiormente nel dettaglio, vediamo insieme quali sono i sette sintomi più noti e caratteristici che la persona depressa è portata a sperimentare.

    1. Tristezza persistente e umore depresso → Tristezza, angoscia e «umore nero» sono i principali segnali di una depressione in corso (o, comunque, in fase di sviluppo), specialmente quando compaiono al risveglio e non accennano a diminuire nel corso della giornata, neppure in presenza di persone care o altri stimoli positivi. Un’ulteriore differenza tra la «comune» tristezza che qualsiasi individuo può provare in risposta ad un avvenimento spiacevole e la depressione vera e propria risiede nella durata degli stati emotivi qui descritti. Difatti, se nel primo caso si tratta di un episodio limitato che tende ad esaurirsi da sé, nel caso di un soggetto depresso l’abbassamento del tono dell’umore si protrae nel tempo, perdurando per almeno due settimane di fila o ancora più a lungo.
    2. Perdita di interesse per attività abituali → L’assenza di emozioni e, più in generale, la mancanza di interesse per qualsiasi attività, comprese quelle prima ritenute piacevoli (come hobby o passioni personali, tra cui: musica, lettura, cinema, sport, vita sociale, ecc.), è certamente un segnale da non sottovalutare.
    3. Disturbi del sonno → Spesso la persona depressa accusa variazioni del ritmo sonno-veglia, con sintomi che possono spaziare dall’insonnia, a volte con frequenti risvegli nelle ore notturne o mattutine, ad uno stato di ipersonnia.
    4. Aumento o riduzione del peso corporeo → La depressione può determinare anche alterazioni dell’appetito e, di conseguenza, delle abitudini alimentari dei pazienti. Per alcuni, infatti, il cibo smette di rappresentare una fonte di piacere e nutrimento, mentre per altri può trasformarsi in una «valvola di sfogo» volta ad alleviare la sensazione di angoscia. Da ciò può derivare tanto un brusco aumento, quanto un calo significativo del peso corporeo: due «campanelli d’allarme» che dovrebbero richiamare sia la propria attenzione, sia quella delle persone vicine.
    5. Stanchezza cronica e assenza di energia → Tra i sintomi fisici della depressione, occorre menzionare anche la mancanza di energia e la costante stanchezza, che non sembrano derivare da attività faticose svolte nelle ore o nei giorni precedenti (es. lavori domestici, allenamenti prolungati o cause analoghe).
    6. Calo delle funzioni cognitive → I sintomi più rilevanti a livello cognitivo comprendono: annebbiamento e affaticamento mentale, anche in questo caso non riconducibili ad un effettivo sforzo compiuto dal soggetto e, spesso, associati a rallentamento, difficoltà di concentrazione, calo della memoria, assenza di motivazione, riduzione delle capacità decisionali, sociali e linguistiche.
    7. Senso di colpa e pensieri negativi → Ultima, ma non per importanza, è la continua elaborazione di pensieri negativi: il paziente tende a percepirsi come inutile, incapace o addirittura indegno, a rimuginare su eventi negativi o fallimenti passati (la cui portata viene spesso amplificata, dando impulso ad un processo chiamato «ruminazione» ed aumentando il senso di colpa). Non dimentichiamo che, nei casi peggiori, tali pensieri rischiano di tramutarsi in ideazioni suicide (attuate da circa il 15% dei soggetti gravemente depressi).

    Se ritieni di star sperimentando uno o più sintomi tra quelli appena descritti, non aspettare oltre e rivolgiti ad uno specialista. Per conoscere le strutture presenti nella tua zona e scegliere dove effettuare una

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Come riconoscere i sintomi iniziali

  • ​Imparare a riconoscere la depressione, a partire dai sintomi iniziali, è il primo passo verso una corretta prevenzione non soltanto del rischio di sviluppare la patologia, quanto soprattutto di eventuali ricadute e/o forme croniche.

    Intervenire in maniera tempestiva, infatti, permette di evitare che il quadro si aggravi e, quindi, che il percorso di guarigione divenga più lungo e tortuoso.

    Anche i segnali più lievi e all’apparenza insignificanti vanno tenuti sotto osservazione, tanto a livello individuale, quanto nelle persone più care.

    Tra questi troviamo: tristezza più profonda e duratura del solito, calo del rendimento scolastico, tensioni al lavoro o difficoltà economiche, tendenza all’isolamento, incapacità di aprirsi con familiari e amici, scarsa attenzione per la cura personale, nonché cambiamenti improvvisi in fatto di abitudini e interessi.

    Altri aspetti da non sottovalutare riguardano: eventi negativi (come un lutto o la rottura di una relazione), periodi di particolare stress (ad esempio, in vista di un esame difficile), comportamenti a rischio accertati o sospettati (come possibili dipendenze, anche di tipo psicologico, oppure atti di autolesionismo).


Come prevenire la cronicizzazione dei sintomi?

  • ​Un atteggiamento proattivo verso il proprio benessere aiuta a contrastare lo sviluppo di una depressione grave e/o cronica, come anche di molte altre patologie.

    Dunque, cosa significa nel concreto?

    • Mantenere uno stile di vita sano, scegliendo un regime alimentare ben calibrato, andando a letto ad orari fissi per dormire non meno di 6-7 ore a notte, riservando almeno mezz’ora al giorno all’attività fisica, meglio ancora se all’aperto, ecc..
    • Tenersi attivi dal punto di vista cognitivo, dedicando una buona fetta del proprio tempo libero ad attività piacevoli e stimolanti (come, ad esempio, leggere, disegnare, suonare uno strumento, fare giardinaggio e via di seguito).
    • Bilanciare lo studio e il lavoro con la vita sociale, riservando il giusto spazio alla frequentazione di amici, ad un’eventuale relazione sentimentale o alla famiglia.
    • Evitare comportamenti a rischio o dannosi per la salute, come il l’uso abituale di alcol, specie se in quantità elevate, il fumo di sigaretta, la vita sedentaria, il consumo massiccio di cibi grassi e zuccherati, l’assunzione di stupefacenti, ecc..
    • Monitorare il proprio benessere emotivo e psicologico, oltre che fisico, sottoponendosi a regolari controlli da parte di professionisti specializzati nell’ambito della salute mentale, come psicologi e psicoterapeuti, oppure da uno psichiatra di fiducia. Tale norma è ancora più importante per tutti coloro che, in passato, hanno già sofferto di depressione o sperimentato altri disturbi (come ansia e attacchi di panico). O, ancora, per chi mostra una predisposizione genetica verso la malattia, riportando uno o più casi di depressione in famiglia.

    Dunque, chiunque volesse confrontarsi con una figura qualificata per valutare la propria situazione, ricevere consigli mirati o aiutare una persona cara, può prenotare una consulenza psicologica, oggi anche da remoto, tramite il portale CupSolidale.it

Come affrontare la depressione

  • Partiamo da un’importante premessa: dalla depressione si può guarire.

    Esistono, infatti, svariati farmaci che consentono di alleviare i sintomi, anche nelle forme più severe e invalidanti, e percorsi psicoterapeutici ad hoc per imparare a gestire la sofferenza emotiva, i pensieri e i comportamenti ritenuti disfunzionali.

    Il tipo di intervento dipende dalla gravità del quadro clinico e dalla risposta del paziente: se il disturbo è lieve, spesso è sufficiente la terapia psicologica, in particolare quella cognitivo-comportamentale; per le forme più severe, invece, è preferibile associare alla psicoterapia anche un trattamento farmacologico.

    I cosiddetti «farmaci antidepressivi» si dividono in diverse categorie:

    • Antidepressivi triciclici (TCA);
    • Inibitori selettivi del reuptake di serotonina (SSRI);
    • Inibitori del reuptake di noradrenalina e serotonina (NSRI);
    • Inibitori selettivi del reuptake della noradrenalina (NaRI);
    • Modulatori della trasmissione serotoninergica (SARI);
    • Modulatori della trasmissione noradrenergica e serotoninergica (NaSSA);
    • Inibitori del reuptake di dopamina e noradrenalina (DNRI);
    • Inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO non selettivi e MAO-A selettivi).

    E’ compito dello psichiatra - l’unica figura che, a differenza dello psicologo e dello psicoterapeuta, può prescrivere una terapia farmacologica - stabilire quali medicinali possono offrire maggiori benefici e, in base a ciò, dare precise informazioni al paziente in merito ad orari di assunzione e posologia.

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Data ultimo aggiornamento: 2025-03-19
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