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Una sindrome molto spesso sottovalutata dalle stesse ragazze che ne soffrono
L’amenorrea ipotalamica è una “comune” disfunzione ormonale che oggi colpisce oltre 17,4 milioni di donne nel mondo, soprattutto adolescenti. Si manifesta con l’interruzione del ciclo mestruale per un periodo di tempo superiore ai tre mesi consecutivi. Una sindrome molto spesso sottovalutata dalle stesse ragazze che ne soffrono e che, invece, dovrebbe essere presa in seria considerazione, visto i rischi connessi alla patologia.
Durante il 17° Congresso mondiale di Ginecologia Endocrinologica, tenutosi a Firenze i primi giorni di marzo, è emerso che il 15% delle adolescenti italiane, soffre di amenorrea funzionale ipotalamica (AFI) prolungata. I sintomi sono poco evidenti e disturbanti, tant’è che molte ragazze non prendono in seria considerazione la situazione, come invece dovrebbero fare.
L'amenorrea o assenza di ciclo mestruale si divide in due grandi categorie:
Per una corretta diagnosi è importante escludere che all'origine dell'assenza di mestruazioni ci sia un' alterazione genetica o un'anomalia cromosomica che interferisce con lo sviluppo o il normale funzionamento delle ovaie. Ad esempio la sindrome di Turner (assenza o presenza parziale di uno dei due cromosomi sessuali X costituenti il tipico patrimonio genetico di un individuo di sesso femminile) o la sindrome di Morris (alti livelli di testosterone).
L'amenorrea secondaria invece è detta anche amenorrea funzionale ipotalamica, caratterizzata da un’importante alterazione ormonale e anovulazione (quando, cioè, l’ovaio non rilascia l’ovocita). Il termine funzionale è usato per indicare una condizione comunque reversibile (il più delle volte).
Le ragazze che arrivano a soffrire di AFI lo fanno in seguito a un percorso caratterizzato da:
Quando uno o più di questi fattori si presenta, è molto probabile che la ragazza arrivi a soffrire di AFI e di una forte alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie.
A quel punto è inevitabile l’involuzione ormonale che, protratta nel tempo, può causare serie conseguenze sull’organismo:
Il cibo introdotto nell’organismo svolge un ruolo primario nel corretto e regolare funzionamento delle funzioni vitali, normali e quotidiane. Quando una ragazza si sottopone, spontaneamente, a regimi alimentari ferrei e a una dieta ipocalorica (magari fai da te), rischia di scivolare ben presto nella condizione dettata dall’AFI. Molte giovani donne, infatti, spinte dalla voglia di apparire secondo i restrittivi e paradossali canoni di bellezza che la società di oggi ha stabilito, decidono di mettersi a dieta oppure seguono consigli sbagliati, privi di fondamento scientifico che finisconoper mandare completamente in tilt l’equilibrio endocrino.
Quando l’organismo avverte una forte restrizione calorica, in automatico, blocca l’ipotalamo, che altro non è che la centralina degli ormoni. Un meccanismo che il corpo attua per evitare un’eventuale gravidanza. L’ipotalamo, quando registra un calo di assunzione di calorie giornaliere tale da soddisfare tutte le attività che controlla (temperatura, sonno, sete e sistema riproduttivo), spegne quelle che non ritiene prioritarie (come, appunto, la funzione riproduttiva). La priorità è lasciata alle varie funzioni vitali (respirazione e circolazione sanguigna). Ecco perché, il ciclo mestruale può interrompersi all’improvviso!
Occorre, quindi, fare molta attenzione. Chi desidera seguire una dieta, dovrebbe farlo in modo coscienzioso, rivolgendosi a esperti del settore ed evitando il dannoso e deleterio fai da te. Il modo migliore, per non sbagliare e seguire un regime alimentare sano ed equilibrato, è quello di ricorrere a una seduta dietista, o richiedere una consulenza nutrizionale personalizzata.
L’attività fisica non praticata correttamente, può essere una vera e propria fonte di stress. Molte giovani donne, sottoposte a un allenamento fisico molto frequente e particolarmente intenso, arrivano a manifestare i sintomi dell’AFI. Lo stress provocato dalla loro condizione, aumenta in modo esponenziale i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress).
Esistono però delle soluzioni:
Grazie anche alle visite mediche per l'idoneità agonistica o a quelle per per atleti non agonisti, i dottori possono monitorare costantemente lo stato di salute delle giovanissime e indirizzarle verso uno stile di vita più sano e rilassato.
Lavoro, famiglia, studio, dieta, sport, ecc… sono solo alcuni dei fattori che influenzano lo stato di benessere dell’ipotalamo e, più in generale, dell’apparato riproduttivo femminile. Condizioni che possono portare a forte ansia e depressione, far preoccupare oltre ogni modo e creare un vero e proprio blocco del ciclo mestruale.
Per combattere l’amenorrea ipotalamica è fondamentale quindi cambiare l’approccio mentale nei confronti del cibo e dell’allenamento. Tornare a una dieta normo calorica e diminuire, oppure in casi estremi eliminare temporaneamente, l’allenamento, sono le soluzioni più immediate al problema, ma non sono le uniche.
L’AFI deve essere affrontata anche da un punto di vista psicologico, che possa andare a indagare le vere e più profonde cause che portano al manifestarsi della patologia. Il consiglio, quindi, è quello di parlare con un terapeuta competente chiedendo quanto prima una seduta di psicoterapia dove sia possibile parlare ed esprimere liberamente la propria problematica. Gli incontri sono volti a regolare il proprio clima emotivo interiore, a riorganizzare gli schemi relazionali comunicativi e a sostenere la propria autostima.
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