La mancanza di vitamina D è una condizione piuttosto difficile da rilevare, in quanto si presenta in maniera del tutto asintomatica nelle fasi iniziali.
I sintomi, infatti, tendono a comparire soltanto dopo un lasso di tempo prolungato, ovvero quando i valori risultano ormai gravemente insufficienti.
In particolare, possono manifestarsi:
- dolori alle ossa;
- dolori articolari;
- dolori muscolari;
- debolezza;
- fragilità ossea;
- sudorazione eccessiva del viso e delle mani.
Non dimentichiamo che, a lungo andare, la carenza di vitamina D può arrivare a compromettere il processo di mineralizzazione ossea, con conseguenze assai spiacevoli sia per i bambini che per la popolazione adulta e, soprattutto, per i soggetti che hanno superato la soglia dei 60-65 anni o affetti da ulteriori patologie.
In età infantile, valori bassi di vitamina D possono condurre a cedimenti e/o deformazioni delle ossa, in quanto troppo fragili per sopportare il peso corporeo e le tensioni muscolari. Tale condizione - nota come rachitismo - è riconoscibile per via di alcuni tratti distintivi: gambe storte, scoliosi, cassa toracica incavata in prossimità dello sterno, viso stretto e, spesso, dalla conformazione irregolare.
Invece, negli adulti - e, in modo particolare, negli anziani - i principali rischi riguardano l’osteomalacia e l’osteoporosi. La prima è una malattia metabolica derivante da alterazioni nel processo di mineralizzazione ossea, che porta alla rarefazione macroscopica dei tessuti, rendendoli maggiormente inclini a dolori e fratture. La seconda è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da un progressivo deterioramento della struttura interna delle ossa, che anche in questo caso appaiono fragili e porose, dunque particolarmente inclini a danni e fratture.
In aggiunta a tutto ciò, di recente è stato ipotizzato che una bassa presenza di vitamina D nell’organismo possa influire sullo sviluppo di:
- ipertensione, malattie cardiovascolari;
- insulino-resistenza, condizione associata al diabete;
- disturbi cutanei (es. prurito, orticaria, reazioni allergiche);
- infezioni ed infiammazioni (es. parodontite, un’infiammazione che colpisce il parodonto, ovvero la struttura ossea che funge da sostegno per i denti), derivanti da possibili compromissioni del sistema immunitario.
Come emerso da studi recenti, oltre a danneggiare la salute delle ossa, nel tempo la carenza di vitamina D può provocare anche una serie di problemi neurologici.