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Scopri come riconoscere i sintomi del colesterolo alto e come tenerlo sotto controllo.
Il colesterolo alto - o, più precisamente, l’ipercolesterolemia - è una condizione causata da un’alterazione nel metabolismo dei grassi, che comporta gravi rischi per la salute del paziente.
Di per sé il colesterolo non è affatto dannoso. Si tratta, infatti, di una molecola appartenente alla famiglia dei lipidi (o grassi), che svolge funzioni importantissime per l’organismo umano.
Tuttavia, se la quantità di colesterolo nel sangue arriva a superare una determinata soglia, ecco che aumenta il rischio cardiocircolatorio (infarto e ictus) a causa degli accumuli di grasso - detti anche placche aterosclerotiche - che tendono a formarsi all’interno dei vasi sanguigni.
È essenziale, quindi, conoscere i valori di riferimento per il colesterolo e le differenze tra “colesterolo buono” (o HDL) e “colesterolo cattivo” (o LDL). Iniziamo subito!
Per prima cosa, è utile sapere che i lipidi (colesterolo e trigliceridi) si diffondono nell’organismo per mezzo delle cosiddette lipoproteine, che hanno il compito di trasportare tali sostanze dal fegato ai tessuti e viceversa (favorendo, così, l’eliminazione delle quantità in eccesso).
In particolare, nel caso del colesterolo, il trasporto avviene tramite:
Va da sé, quindi, che sia proprio il “colesterolo cattivo” - specie se presente in quantità molto elevate e/o in associazione con altri fattori di rischio, come il fumo, l’obesità e la vita sedentaria - a mettere a repentaglio la salute dell’apparato cardiocircolatorio e, in generale, dell'organismo.
Quali sono i valori di riferimento per il colesterolo? Quando si può parlare di colesterolo alto (o ipercolesterolemia) o di colesterolo basso (o ipocolesterolemia)? Facciamo chiarezza.
Attraverso le analisi del sangue - da effettuarsi almeno ogni tre anni - è possibile rilevare la concentrazione di colesterolo HDL e colesterolo LDL, nonché di colesterolo totale.
La misurazione, espressa in milligrammi (mg) di colesterolo per decilitro (dL) di sangue, fa riferimento ai seguenti parametri:
Se i valori emersi con le analisi del sangue si avvicinano alla soglia limite per il colesterolo LDL (160 mg/dL) e/o per quello totale (240 mg/dL), oppure risultano addirittura superiori, è opportuno rivolgersi ad uno specialista per individuare le possibili cause ed intervenire sul proprio stile di vita.
Purtroppo non è facile accorgersi del colesterolo alto a partire dai sintomi che esso provoca.
Anzi, soprattutto nelle fasi iniziali, questa condizione risulta quasi o del tutto asintomatica, fatta eccezione per i casi - molto rari - di ipercolesterolemia familiare omozigote, riconoscibili a causa della formazione di placche lipidiche all’interno della cute, in prossimità di gomiti, ginocchia e natiche, e depositi di colesterolo nei tendini e nella cornea (detti xantomi e xantelasmi).
Tali formazioni possono comparire anche nelle fasi avanzate dell’ipercolesterolemia, quando i lipidi in circolazione superano di gran lunga i valori normali, tanto da causare lesioni ed ostruzioni all’interno dei vasi sanguigni. Ciò costituisce un forte rischio per l’insorgenza dell’arteriosclerosi, una malattia degenerativa che interessa le arterie principali, rendendole via via meno elastiche ed ostacolando progressivamente il passaggio del sangue (e con esso di ossigeno e nutrienti).
È noto, inoltre, che le placche arteriosclerotiche, dovute all’aggravarsi dei depositi lipidici, possono dar luogo a gravi complicanze (angina pectoris, ictus, infarto del miocardio, ecc.) che si manifestano solitamente dopo i 50 anni. Dunque, al superamento di questa soglia di età, è opportuno prestare particolare attenzione alla seguente sintomatologia:
Sono numerose le cause che possono contribuire all’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue: alcune di queste - come abbiamo anticipato - riguardano lo stile di vita e le abitudini in fatto di alimentazione, attività fisica, ecc., per cui possono essere modificate nel corso del tempo.
Tuttavia, è bene ricordare che vi sono anche altri fattori in gioco: predisposizione genetica (ad esempio, nei casi di familiarità con l’ipercolesterolemia), alterazioni nel funzionamento della tiroide (ipertiroidismo), patologie metaboliche (diabete), disturbi e malattie concomitanti (ipertensione, epatite, cirrosi biliare ed epatica, insufficienza renale e via di seguito).
A prescindere da quali siano i fattori scatenanti, nei casi di colesterolo alto è sempre consigliabile intervenire sullo stile di vita, eliminando (o, comunque, riducendo al minimo) le abitudini e i comportamenti che risultano dannosi, in favore di alternative ben più salutari.
Analizziamo le quattro principali “aree di intervento” cui bisognerebbe prestare attenzione:
In conclusione, per prevenire l’aumento dei livelli di colesterolo e le spiacevoli conseguenze che ne derivano, è importante avere a cuore il proprio stile di vita. In primo luogo, dunque, occorre attenersi il più possibile ai consigli degli specialisti (oltre che del medico di base) in fatto di alimentazione, sedentarietà ed altre abitudini quotidiane. A ciò bisognerebbe affiancare regolari controlli: ci riferiamo, in particolare, alle analisi del sangue per il colesterolo e i trigliceridi, da effettuarsi almeno ogni due-tre anni (se non più spesso, nei casi di soggetti anziani e/o a rischio).
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