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Epilazione permanente, le differenze tra i vari laser e per chi sono indicati
L’epilazione laser è una procedura utilizzata in ambito sia medico che estetico che, mediante apparecchiature che agiscono direttamente sul bulbo pilifero, permette di eliminare i peli superflui dal viso e dal corpo per un lungo periodo di tempo.
Il laser rilascia un fascio di luce che “brucia” non soltanto il fusto del pelo, ma anche la sua radice, adattandosi alle caratteristiche della pelle con varie lunghezze d’onda.
L’obiettivo del trattamento è duplice: rendere via via la peluria sempre più scarsa e sottile, dunque non percepibile alla vista ed al tatto, e rallentare la sua ricrescita.
Si tratta, pertanto, di un metodo risolutivo e, ad oggi, piuttosto sicuro per liberarsi dei peli superflui, senza dover ricorrere continuamente a cerette, rasoi, creme o altri prodotti per la depilazione fai-da-te o recarsi periodicamente dall’estetista.
Il trattamento è particolarmente indicato per i soggetti che soffrono di patologie e/o disturbi relativi al bulbo pilifero - tra cui follicoliti irritative e cisti pilonidali - che rendono difficile e dolorosa la depilazione tradizionale o affette da irsutismo a causa di un ovaio policistico che produce un aumento eccessivo della peluria.
Nei casi menzionati, l’epilazione laser funziona come una vera e propria metodologia terapeutica in grado di risolvere o alleviare le manifestazioni derivanti da tali condizioni, con conseguenti benefici anche a livello psicologico.
Da secoli uomini e - soprattutto - donne sono in cerca di soluzioni efficaci per eliminare la peluria che cresce in determinate aree del viso e del corpo.
Nel corso della storia sono stati sperimentati innumerevoli metodi, alcuni anche piuttosto dolorosi e persino dannosi per la salute. Altri invece - come il rasoio, le pinzette e la ceretta - sono stati tramandati fino ai giorni nostri, sebbene con l’utilizzo di attrezzature e prodotti ben più avanzati e, perciò relativamente comodi, indubbiamente sicuri.
Tutte le pratiche appena menzionate hanno un aspetto in comune: la temporaneità degli effetti. Generalmente, infatti, i peli tendono a ricrescere nel giro di 24 ore (nel caso del rasoio e della pinzetta), di alcuni giorni (epilatore, crema) o, al massimo, dopo qualche settimana (ceretta). Di conseguenza, se si vuole mantenere la pelle liscia e priva di peluria, è necessario ripetere il trattamento con regolarità.
Per altro, i metodi a strappo (pinzetta, epilatore e ceretta) risultano piuttosto dolorosi - sebbene la soglia del dolore sia molto soggettiva - e rischiano di favorire la comparsa di prurito, macchie, arrossamenti e peli incarniti, specialmente in caso di pelli sensibili. Anche rasoi e creme non sono esenti da controindicazioni: talvolta, infatti, i peli ricrescono sotto pelle e, a causa del sudore e del contatto con i tessuti, si genera un’infiammazione che, alla lunga, può portare persino ad infezioni.
Per far fronte a questi problemi, negli ultimi decenni sono emerse nuove tecniche di epilazione che mirano ad ottenere un risultato permanente (o comunque che duri il più a lungo possibile). Tra queste occorre citare la luce pulsata e, soprattutto, le tre principali tipologie di laser: il diodo, il neodimio (o Nd:YAG) e l’alessandrite.
Si tratta, in tutti i casi, di procedure altamente delicate, che possono essere eseguite solamente in un ambiente idoneo e da personale specializzato.
L’epilazione laser funziona in base ad un principio chiamato fototermolisi selettiva: il fascio di luce proiettato dal macchinario, a prescindere dalla tipologia, viene assorbito dalla melanina presente all’interno del bulbo pilifero, generando un surriscaldamento in grado di danneggiare irrimediabilmente la sua struttura.
La differenza tra i vari laser risiede nella lunghezza d’onda della luce emessa dal dispositivo, che in genere corrisponde a 808 nm nel caso del laser a diodo (a bassa o ad alta potenza), a 1.064 nm nel neodimio ed a 755 nm nel laser ad alessandrite.
Secondo la legislazione in vigore, i centri estetici italiani possono ricorrere soltanto al laser a diodo a bassa potenza, comunemente chiamato “laser estetico”.
La denominazione “laser medico” si applica, invece, alle altre tipologie, in particolare al laser a diodo ad alta potenza e all’alessandrite. In particolare il laser Alessandrite, ad oggi, è in genere considerata la tecnica più versatile ed efficace, poiché permette di operare in condizioni di sicurezza anche su carnagioni da medie a chiare con peli scuri o chiari.
I fototipi chiari con peli rossicci, castani o bruni godono comunque di una maggiore libertà di scelta e, a seconda delle esigenze, possono rivolgersi ad un centro estetico, come pure ad un dermatologo. In ogni caso - ricordiamo - si sconsiglia di effettuare il trattamento durante i mesi estivi, ovvero quando la pelle presenta una maggiore concentrazione di melanina e, quindi, il contrasto con la peluria risulta ridotto.
Il motivo di questo avvertimento è semplice: nelle carnagioni scure - o, appunto, abbronzate - il laser fatica ad intercettare la melanina del pelo, per cui vi è il rischio che il calore si distribuisca nella cute, arrecando dolore e persino danni permanenti.
Anche la luce pulsata permette di “bruciare” il bulbo pilifero grazie all’energia termica che si genera quando il fascio luminoso entra a contatto con la melanina.
Tuttavia, mentre il laser presenta un'unica lunghezza d'onda che raggiunge direttamente il follicolo, senza aggredire la pelle, la luce pulsata è composta da un range di lunghezze d'onda e, per questo, rischia di intervenire anche sulla melanina contenuta nella cute.
La durata del trattamento depilatorio con laser può variare in base ad una serie di fattori, come la concentrazione della peluria, il fototipo della pelle e, ovviamente, l’area interessata. Per una zona ampia il range di sedute più frequente è intorno alle 7-8 sedute (se fatte con laser medicale).
Ad ogni modo, pensare di liberarsi completamente dei peli in eccesso in una sola seduta è inverosimile, anche per le zone di estensione ridotta, come ad esempio i baffetti. Occorrono, infatti, più appuntamenti dal dermatologo (o dall’estetista), preferibilmente a cadenza mensile o bimestrale a seconda della rapidità della ricrescita, meglio se preceduti da un’accurata valutazione preliminare.
L’epilazione laser, a tal proposito, viene definita “progressivamente permanente”, proprio perché i risultati diventano sempre più evidenti seduta dopo seduta, sino a giungere alla perdita definitiva di una percentuale che, solitamente, si aggira intorno all’80% della peluria, unita ad una significativa interruzione della ricrescita.
Innanzitutto, è utile sapere che l’epilazione laser funziona soltanto nella prima delle tre fasi che compongono il ciclo di vita del pelo, vale a dire:
Di conseguenza, per assicurarsi che il trattamento vada a buon fine, è opportuno interrompere qualsiasi pratica che possa interrompere o alterare tale ciclo, come la ceretta o la rimozione della peluria tramite pinzette, creme, strisce, ecc..
Inoltre, per evitare irritazioni e danni alla cute, è importante evitare decolorazioni e creme abbronzanti nel periodo immediatamente precedente.
In ultimo, prima di intraprendere la procedura, è sempre consigliabile consultare un dermatologo per una visita dermatologica che valuti i potenziali rischi, specie in caso di condizioni quali ipertricosi o irsutismo derivanti da alterazioni ormonali, presenza di nei pericolosi, assunzione di farmaci (es. corticosteroidei ad alte dosi, antibiotici, trattamenti ormonali sostitutivi, farmaci immunosoppressori ed altri fotosensibilizzanti).
Ad oggi non si riscontrano problematiche a proposito della sicurezza del laser ad alessandrite e a diodo sul lungo periodo. La lettura scientifica, infatti, non suggerisce alcun aumento del rischio di cancro, né mette in luce tossicità o alterazioni cellulari. Tuttavia, ciò non esclude la possibilità di effetti avversi, sebbene di breve durata: tra le problematiche più frequenti, occorre citare eritema, dolore e bruciore. Più raramente, possono formarsi ustioni, vescicole, croste, porpora e cicatrici.
Sempre più persone - donne, ma anche uomini - scelgono di l'epilazione laser per non dover ricorrere a metodi poco duraturi e, talvolta, piuttosto dolorosi.
Liberarsi una volta per tutte dei peli superflui è un desiderio che accomuna tanti italiani: non a caso, in tutto il territorio nazionale - e soprattutto nelle grandi città, come Roma, Milano, Torino, ecc. - si trovano centri estetici e studi medici presso cui è possibile intraprendere il trattamento con laser ad alessandrite e/o a diodo.
Per prenotare la prima seduta di epilazione laser, in molti ricorrono alla piattaforma Cupsolidale, che permette di scegliere tra decine di strutture di ottimo livello, conoscendo in anticipo sia la disponibilità giornaliera ed oraria, sia le tariffe.
Dunque, quali sono i costi nelle varie città italiane?
Ebbene, come le tempistiche, anche i prezzi oscillano a seconda dell’ampiezza dell’area da trattare. Per le zone più estese (come gambe, schiena, petto e braccia), a Torino si spende da un minimo di 350 ad un massimo di 488 euro, a Milano da 125 a 350 euro, a Firenze da 60 a 600 euro, a Roma da 100 a 150 euro e, infine, a Bari intorno ai 400 euro.
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Per le zone più circoscritte (come baffetti, sopracciglia, ascelle, inguine), invece, occorre preventivare tra 150 e 250 euro a Torino, tra 55 e 200 euro a Milano, tra 40 e 280 euro a Firenze, tra 30 e 100 euro a Roma e all’incirca 300 euro a Bari e nelle zone limitrofe.
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