È importante saper riconoscere un esaurimento nervoso, a partire dai primi segnali che mostrano una condizione emotiva e psicologica “al limite”.
Ad oggi, comunque, l’esaurimento nervoso - o nevrastenia - non costituisce una patologia convalidata dalla psichiatria e dalla medicina in generale.
Viene, infatti, definito come uno “stato di alterazione e disagio emotivo” e di “stanchezza fisica e mentale derivante da fattori psicologici”. Il quale, in assenza di un adeguato supporto e/o di terapie efficaci, può a sua volta evolversi nella cosiddetta “sindrome da burnout”, riconosciuta dall’OMS da diversi anni. Oppure, in altri casi, può dar luogo a somatizzazioni, stati depressivi e/o ansiosi, paranoia, ecc..
Tuttavia, a differenza delle patologie già menzionate - ossia depressione maggiore, disturbi d’ansia, ecc. - l’esaurimento nervoso ha un esordio ben più rapido - talvolta persino immediato - riconducibile a situazioni contingenti e tende a concludersi entro un lasso di tempo limitato.
Contrariamente, l’origine di un disturbo depressivo / ansioso va ricercata nel progressivo accumulo di esperienze traumatiche o stressanti, talvolta risalenti al periodo dell’adolescenza o, addirittura, alla prima infanzia.
Ad ogni modo, non è da escludere che la persona esaurita soffra anche di altre patologie e che proprio queste ultime abbiano contribuito al crollo.