Esaurimento nervoso: a quali sintomi occorre prestare attenzione?

Come si presenta un esaurimento nervoso, quali sono i sintomi e a chi rivolgersi per ricevere supporto

Esaurimento nervoso: cosa vuol dire?

  • ​L’espressione esaurimento nervoso si riferisce ad uno stato mentale caratterizzato da due elementi principali: intenso disagio emotivo e stanchezza sia fisica che mentale. Si tratta di una condizione acuta: in genere, infatti, insorge in maniera improvvisa e ha una durata limitata.

    L’origine di un esaurimento nervoso va ricercata nello stress, a sua volta derivante da problemi relazionali, familiari, lavorativi, di salute o di qualsiasi altra natura, oppure - come spesso accade - da difficoltà finanziarie.

    Tale condizione si manifesta con una sintomatologia che include: turbamento emotivo, ansia e preoccupazioni costanti, disinteresse per attività sociali, sportive, ricreative, ecc.. Alcuni specialisti la descrivono come un vero e proprio “crollo mentale”, che si verifica in risposta ad uno o più eventi critici (es. un lutto, la fine di una relazione, un licenziamento o una bocciatura scolastica, ecc.) o ad un periodo particolarmente stressante. 

Cause e fattori di rischio

  • ​Lo stress, di per sé, ha una connotazione neutra, in certi casi persino positiva. Tuttavia, se si arriva a superare una determinata soglia - variabile da persona a persona - vi è il serio rischio di mettere in crisi le capacità di adattamento del soggetto interessato, che quindi può scivolare in uno stato di prostrazione e sofferenza psico-fisica. Oggi, non a caso, gli esperti distinguono l’eustress (ovvero un livello di stress contenuto, che anzi può portare l’individuo ad impegnarsi ed a mettere in campo le proprie risorse) dal distress (ossia un livello di stress talmente elevato - spesso derivante dalla somma di più fattori - da mettere a repentaglio le difese personali).

    Tali fattori in genere riguardano:

    • problemi di coppia (come, per l’appunto, la fine di un rapporto sentimentale, una separazione o un divorzio);
    • problemi familiari (ad esempio, un lutto in famiglia);
    • problemi lavorativi (ad esempio, un carico di lavoro superiore rispetto alla norma, l’assunzione di un ruolo che comporta responsabilità eccessive, come anche casi di mobbing e/o molestie in azienda);
    • problemi scolastici (es. calo del rendimento scolastico, episodi di bullismo, difficoltà nel superare test o esami, bocciature, ecc.);
    • problemi finanziari (una delle principali cause di preoccupazione, specie in età adulta, consiste nell’accumulo di debiti, mutui, ecc.);
    • problemi di salute;
    • episodi di abuso (es. essere vittime di reati come molestie, stalking, violenza domestica e via di seguito) e/o esperienze traumatiche (es. subire rapine o furti in casa, essere vittime di truffe o ricatti economici, rimanere coinvolti in incidenti, catastrofi naturali, ecc.).
    • altre cause che possono portare ad un esaurimento nervoso sono le cosiddette patologie concomitanti. A volte, infatti, il crollo è dovuto - ed è, almeno in parte, sovrapponibile - alla presenza di altri disturbi mentali, in particolare depressione, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), disturbo post-traumatico da stress (PTSD), disturbo bipolare, schizofrenia, ansia e attacchi di panico o, più raramente, all’abuso di alcol e/o stupefacenti.

Patologie concomitanti e possibili complicazioni

  • ​È importante saper riconoscere un esaurimento nervoso, a partire dai primi segnali che mostrano una condizione emotiva e psicologica “al limite”.

    Ad oggi, comunque, l’esaurimento nervoso - o nevrastenia - non costituisce una patologia convalidata dalla psichiatria e dalla medicina in generale. 

    Viene, infatti, definito come uno “stato di alterazione e disagio emotivo” e di “stanchezza fisica e mentale derivante da fattori psicologici”. Il quale, in assenza di un adeguato supporto e/o di terapie efficaci, può a sua volta evolversi nella cosiddetta “sindrome da burnout”, riconosciuta dall’OMS da diversi anni. Oppure, in altri casi, può dar luogo a somatizzazioni, stati depressivi e/o ansiosi, paranoia, ecc..

    Tuttavia, a differenza delle patologie già menzionate - ossia depressione maggiore, disturbi d’ansia, ecc. - l’esaurimento nervoso ha un esordio ben più rapido - talvolta persino immediato - riconducibile a situazioni contingenti e tende a concludersi entro un lasso di tempo limitato.

    Contrariamente, l’origine di un disturbo depressivo / ansioso va ricercata nel progressivo accumulo di esperienze traumatiche o stressanti, talvolta risalenti al periodo dell’adolescenza o, addirittura, alla prima infanzia.

    Ad ogni modo, non è da escludere che la persona esaurita soffra anche di altre patologie e che proprio queste ultime abbiano contribuito al crollo. 

Quali sono i sintomi di un esaurimento nervoso?

  • ​I sintomi di un esaurimento nervoso tendono a variare da persona a persona. Possiamo, comunque, classificarli in tre categorie, a seconda che investano la dimensione fisica, emotiva-psicologica o comportamentale:

    • Sintomi fisici (detti anche somatizzazioni): vertigini, nausea, disturbi gastrointestinali (es. gastrite e colite), inappetenza e perdita di peso, stanchezza generale, insonnia, disturbi della pelle (es. dermatiti, acne), dolori localizzati (es. mal di testa, lombalgia, crampi allo stomaco).
    • Sintomi psicologici: stati di ansia e preoccupazione, stati depressivi (es. tono dell’umore basso, scarsa autostima, pessimismo, sfiducia verso il prossimo), calo di interesse verso attività ritenute piacevoli, insicurezza e passività rispetto agli eventi della vita, fragilità emotiva (es. tendenza al pianto e alla tristezza), problemi di concentrazione e memoria, confusione e rallentamento delle capacità cognitive.
    • Sintomi comportamentali: tendenza all’isolamento (ad esempio, il paziente può sentirsi confuso e smarrito al di fuori della propria abitazione o da luoghi ritenuti “sicuri” e “familiari”), disinteresse per la cura personale, per la vita sociale e/o per le proprie passioni (che si traduce in trascuratezza, cambio di abitudini e progressivo abbandono delle attività svolte in precedenza, tra cui sport, hobby, uscite con gli amici, ecc.), calo del rendimento scolastico / lavorativo, difficoltà nel compiere scelte, nel cambiare lavoro o nell’intraprendere nuovi percorsi, spesso accompagnate da senso di colpa ed impotenza.

    Tali sintomi tendono ad affievolirsi una volta venuta meno la situazione che ha dato origine al “crollo”, dopo un periodo di riposo o con l’assunzione di farmaci (su consiglio del medico). E, soprattutto, grazie al sostegno di uno psicologo / psicoterapeuta che aiuti il paziente a mettere in campo le proprie risorse, in modo da riuscire a gestire lo stress senza sentirsi sopraffatto.​

Diagnosi esaurimento nervoso: come avviene?

  • ​Fondamentale, per poter intraprendere un percorso di guarigione, è ricevere quanto prima la diagnosi di esaurimento nervoso, escludendo così che i sintomi sperimentati siano dovuti ad altre patologie o a scompensi fisici.

    Affinché la diagnosi sia corretta, è necessario procedere con:

    • esame obiettivo;
    • anamnesi;
    • esami di laboratorio (tra cui le analisi del sangue, per assicurarsi che non sussistano problemi ormonali, patologie o altre cause biologiche che possono produrre stanchezza, affaticamento, inappetenza, ecc.);
    • valutazione psicologica.

    Quest’ultimo step è, senza dubbio, il più importante, poiché permette di riflettere sulle situazioni che hanno dato origine allo stress ed al conseguente crollo psicofisico, ma anche di individuare eventuali disturbi o patologie concomitanti che contribuiscono a limitare le risorse dell’individuo.  

    L’obiettivo della valutazione, dunque, è delineare un quadro dettagliato della salute mentale del paziente, così da indirizzarlo verso le cure più adeguate.

Come superare un esaurimento nervoso?

  • ​Il percorso per uscire da un esaurimento nervoso segue le necessità, come anche le tempistiche, dettate dal singolo individuo. Non esiste, infatti, un trattamento standard che funzioni per tutti i casi, né è possibile predeterminare la durata di tale trattamento. Vi sono, però, due tipi di terapie che, specie se integrate, sembrano garantire buoni risultati:

    • Terapia psicologica (o psicoterapia): assume un’importanza cruciale per riuscire a superare un esaurimento nervoso, in quanto consente al paziente di ragionare sugli eventi stressanti / traumatici e, quindi, rafforzare le proprie difese in vista del futuro. Tra le metodologie più efficaci, ricordiamo: la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia espressiva e la psicoterapia psicodinamica (es. psicoanalisi).
    • Terapia farmacologica: può rivelarsi necessaria qualora compaiano sintomi tali da compromettere la vita lavorativa, sociale, ecc. o nel caso in cui si riscontrino anche altri disturbi. Il trattamento può comprendere: antidepressivi, ansiolitici, stabilizzanti dell’umore o antipsicotici, da assumere strettamente dietro indicazione medica.

    La terapia psicologica / farmacologica può essere affiancata da altre attività che, sebbene solo in parte, contribuiscono a migliorare il tono dell’umore e ad allentare lo stress, favorendo il ritrovamento di un nuovo equilibrio.

    Vediamo alcuni esempi:

    • Meditazione e tecniche di rilassamento: alcune pratiche, come lo yoga, il training autogeno e gli esercizi di respirazione, il rilassamento muscolare progressivo o la mindfulness, aiutano a svuotare la mente da preoccupazioni, paure e pensieri intrusivi, a rilasciare le tensioni ed a superare eventuali blocchi emotivi. Non a caso, sono consigliate sia a chi sta vivendo - o ha appena vissuto - un periodo difficile, sia ai pazienti che accusano stati di forte ansia, fobie ed attacchi di panico.
    • Rimedi naturali: utili se accostati ad una terapia “tradizionale”, possono comunque fungere da sostegno in situazioni particolarmente stressanti. Tra questi, ricordiamo: l’aromaterapia, gli infusi e le tisane rilassanti prima di andare a dormire, i massaggi decontratturanti, ecc..
    • Dieta e attività fisica: migliorare le proprie abitudini in fatto di alimentazione ed attività fisica è positivo in qualsiasi circostanza, a maggior ragione se si sta tentando di ristabilire il proprio equilibrio psicofisico. Seguire una dieta sana, eliminando - o, per lo meno, limitando - i cibi grassi, zuccherati ed ultra processati, le bevande eccitanti (come il tè, il caffè, gli energy drink, ecc.) e gli alcolici, riduce in maniera significativa il senso di stanchezza ed affaticamento, così come i disturbi della digestione, la gastrite ed altri sintomi. Anche l’attività fisica offre un valido aiuto non solo al corpo, ma pure alla mente, in quanto permette di scaricare lo stress e, al contempo, contribuisce al rilascio di endorfine, risollevando il tono dell’umore.

A chi rivolgersi

  • ​Il primo passo, in caso di possibile esaurimento nervoso, è contattare il proprio medico per effettuare tutte le analisi necessarie. Parallelamente, confrontarsi con uno psicologo (o uno psicoterapeuta) è la via più efficace per fare chiarezza su ciò che si sta vivendo ed iniziare a guardare al futuro.

    Oggi, per di più, è possibile iniziare un percorso di psicoterapia in modo semplice e sicuro, senza neppure uscire da casa propria. Il che, per una persona fortemente afflitta da esaurimento, costituisce un grosso incentivo ad aprirsi ed a ricevere aiuto da parte di un professionista qualificato.

    Ad esempio, utilizzando la piattaforma CupSolidale.it, è possibile prenotare un video consulto psicologico in un paio di click, scegliere tra decine di specialisti in tutta Italia, confrontare prezzi e disponibilità e, infine, decidere data e orario dell’appuntamento a seconda delle proprie esigenze.

Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2024-08-26
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