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La Giornata Mondiale dell'Epatite, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il giorno 28 luglio, unisce organizzazioni di pazienti, professionisti della sanità pubblica e privata, governi e cittadini per rafforzare la conoscenza verso l’epatite virale, le cause, la sintomatologia e le possibili terapie.
Il giorno scelto non è un caso e coincide con quello in cui, nel 1925, nacque lo scienziato premio Nobel Baruch Blumberg, che nel corso della sua vita scoprì il virus dell'epatite B (HBV) e contribuì alla conoscenza del processo patogenetico, alla terapia e alla prevenzione della malattia.
Con il claim di quest’anno “We’re not waiting” si vuole sottolineare la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sull'epatite, aumentare la consapevolezza e invitare le persone di tutto il mondo ad agire perché l'epatite non può aspettare.
Il World Hepatitis Day è, a conti fatti, un appello a fare sempre di più per accelerare gli sforzi volti all’eliminazione dell'epatite virale e incoraggiare un profondo cambiamento anche a livello politico. L’obiettivo è quello di facilitare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento della malattia.
L'epatite è un’infiammazione del fegato, causata nella maggior parte dei casi da un’infezione virale. Esistono cinque principali virus che attaccano quest’organo vitale per il corpo, i quali danno origine a cinque differenti tipologie di epatite:A, B, C, D ed E.
Poiché nella sua fase iniziale l'infezione da epatite virale è spesso silenziosa e asintomatica, mostrando avvisaglie percepibili solo quando la malattia è in fase avanzata, molti casi non vengono individuati e altrettante persone convivono con l’epatite senza esserne consapevoli per un lungo periodo.
Con la diagnostica precoce, la prevenzione vaccinale e un accesso migliore ai trattamenti, però, molti contagi, complicazioni e morti possono essere evitate.
È possibile approfondire l’argomento cliccando sull’articolo: Epatite virale, cause e sintomi, cura e prevenzione.
Favorire la collaborazione tra le Regioni Italiane impegnate nello screening per l’epatite C e spingere verso un maggiore impegno nella lotta alle epatiti virali sono stati i due temi chiave del convegno online “Dal decreto attuativo sullo screening HCV all’obiettivo di eliminazione”, svoltosi a maggio e organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità con il Ministero della Salute.
E poiché l’Italia sembra essere il Paese europeo con il maggior numero di persone positive all’epatite C, in favore di una maggiore prevenzione sono state diverse le Regioni che hanno confermato per tutto il 2023 lo screening gratuito per la diagnosi della malattia.
Questa procedura consiste in un esame del sangue (solitamente accessibile presso le ASL) che permette di rilevare le infezioni da virus dell’epatite C non ancora diagnosticate, e guidare le persone all’eventuale valutazione del trattamento farmacologico gratuito.
La campagna di prevenzione – avviata a inizio 2022– è rivolta a tutti i nati dal 1969 al 1989 e iscritti all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti - STP). Inoltre, il servizio è attivo per tutti i soggetti seguiti dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i detenuti carcerari, a prescindere dall’anno di nascita e dalla nazionalità.
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