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Cos’è il Papilloma Virus, come si contrae, i sintomi e le cause dell’infezione. Approfondisci le differenze tra uomo e donna e come si cura.
L’HPV o Papilloma Virus è un’infezione piuttosto comune tra la popolazione, causata dal virus Papilloma che si trasmette prevalentemente per via sessuale. Quest’ultimo presenta numerose varianti con diverso grado di pericolosità; in base al tipo di virus che si contrae, quindi, l’infezione può rivelarsi più o meno pericolosa.
In termini di incidenza, le stime attuali riguardano prevalentemente le donne, anche se è opportuno specificare che l’infezione da HPV può colpire anche gli uomini. Le casistiche indicano che l’80% delle donne sessualmente attive entra a contatto con uno dei tanti virus del Papilloma nel corso della propria vita. Tra queste, oltre il 50% ne contrae un tipo ad alto rischio tumorale (in particolare del cancro al collo dell’utero).
A tal proposito, studi sulla prevalenza delle infezioni da HPV condotti nel nostro Paese hanno rilevato che l'infezione da Papilloma Virus di tipo neoplastica (oncologica) ha un’incidenza dell’8% sull’intera popolazione italiana.
In realtà, infatti, la maggior parte dei pazienti affetti da Papilloma Virus non presenta sintomi evidenti o gravi. Nel 90% dei casi il sistema immunitario distrugge naturalmente l’HPV nel giro di qualche anno.
In generale, quindi, questo tipo di infezione non è mortale. Ciò però non significa che bisogna sottovalutare i sintomi dell’HPV, né che la prevenzione non sia necessaria. Cure tempestive e controlli regolari sono infatti l’arma migliore per tenere sotto controllo il virus e debellarlo in tempo.
Approfondiamo allora i sintomi dell’infezione da Papilloma Virus, come si manifesta nelle donne e negli uomini e a quali segnali prestare attenzione per intervenire in tempo e impedirne l’evoluzione in una patologia più grave.
Il Papilloma Virus o HPV (abbreviazione del termine inglese Human Papilloma Virus) appartiene a una grande famiglia di virus chiamata Papovaviridae, che comprende più di duecento piccoli agenti patogeni virali.
Attualmente sono stati identificati oltre 100 tipi differenti di varianti di HPV, di cui circa 40 sono più propensi a infettare l’apparato genitale. In base alla tipologia di virus contratto, sintomi ed esito dell’infezione da HPV possono cambiare da persona a persona.
La maggior parte delle varianti non causa gravi problemi. È il caso dei ceppi 6 e 11 che costituiscono due delle tipologie più riconosciute a basso rischio e responsabili della comparsa di lesioni benigne, come verruche su mani, piedi e viso oppure piccole escrescenze dette condilomi in corrispondenza delle mucose genitali e/o orali.
Solo un ristretto numero dei ceppi di HPV, tra cui i ceppi 16 e 18, rappresentano un rischio maggiore per la salute. Se queste varianti non vengono trattate in tempo, possono portare all’insorgenza di tumori. Primo fra tutti, il cancro al collo dell’utero.
Ma come si contrae il virus dell’HPV? Le modalità di trasmissione sono due: per via sessuale o per contatto.
L’infezione che colpisce le zone genitali si trasmette principalmente attraverso i rapporti sessuali, a causa del contatto con particelle virali presenti nelle secrezioni degli organi sessuali e nella saliva. Allo stesso modo, le infezioni da Papilloma che colpiscono le vie respiratorie o il cavo orofaringeo (gola e bocca), si trasmettono attraverso il sesso orale per via del contatto tra mucose orali e genitali.
Per quanto riguarda il contagio da contatto fisico, questo può avvenire solo se delle cellule virali attive toccano cute e mucose lesionate (abrasioni, tagli o lacerazioni).
È bene sapere che l’infezione e guarigione da Papilloma Virus non esclude l’eventualità di contrarre una seconda volta la patologia. Questo accade perché le difese messe in atto dal nostro organismo sono intense ma di breve durata. Solo la vaccinazione è in grado di assicurare un alto livello di difesa dall’infezione.
Dal momento che esistono numerose varianti del virus HPV, i sintomi dell’infezione cambiano in base alla tipologia di agente patogeno, al sesso e alle condizioni di salute del soggetto colpito.
Di solito, i primi sintomi da Papilloma Virus a basso rischio nella donna sono le lesioni cutanee benigne, ovvero verruche e condilomi.
Se le verruche appaiono generalmente in corrispondenza di piedi, mani, viso e di rado nelle zone genitali, i condilomi si localizzano soprattutto in quest’ultima area sotto forma di piccole escrescenze a grappolo. Nello specifico, i condilomi possono colpire le seguenti zone:
Queste lesioni hanno la tendenza a crescere più rapidamente e diffondersi in misura maggiore nelle donne in gravidanza, a causa dei repentini cambiamenti ormonali a cui è sottoposto il fisico. Fortunatamente verruche e condilomi di rado risultano dolorosi, ma possono causare fastidio e prurito intimo.
Nella maggior parte dei casi, il contagio da virus HPV nell’uomo segue una sintomatologia e un decorso differente rispetto a quello della donna.
In primo luogo, l’infezione da Papilloma Virus nell’uomo risulta il più delle volte asintomatica. Quando presenta dei sintomi, le manifestazioni sono relative a condilomi localizzati nelle seguenti aree del corpo:
Tuttavia, poiché nella maggior parte dei casi e varianti l’infezione non si manifesta con sintomi, i soggetti maschili affetti da HPV spesso non hanno la consapevolezza della malattia. Questo può portare nel tempo a complicazioni cliniche, oltre che facilitare la diffusione del virus.
Per quanto riguarda le forme più aggressive del virus, ovvero quelle in grado di innescare la formazione di tumori, i sintomi dell’HPV nella donna si manifestano principalmente con alterazioni a carico del collo uterino, dapprima poco percettibili e sempre più evidenti con l’avanzare della neoplasia.
Con la progressione del cancro al collo dell’utero possono emergere i sintomi più caratteristici della malattia stessa, quali:
Il virus colpisce maggiormente le donne poco dopo l’inizio dell’attività sessuale e durante la fase della menopausa. La menopausa è infatti un periodo di cambiamenti ormonali e fisiologici, nel corso della quale le donne possono risultare più suscettibili all'infezione da ceppi di Papilloma Virus ad alto rischio.
Questo è spesso attribuito alla ridotta produzione di estrogeni, che svolgono un ruolo chiave nella protezione dell'ambiente vaginale.
Anche nell’uomo l’infezione da Papilloma Virus può evolvere in una forma patologica più grave. Se non trattata adeguatamente, l’infezione persistente da varianti aggressive di HPV può condurre a tumori urogenitali maschili (prostata, vescica, testicoli, ano) e al cavo orofaringeo.
Questi ultimi tendono a colpire gli uomini con una frequenza maggiore rispetto alle donne. I dati provenienti dal Registro nazionale tumori (AIRTUM) indicano che su 4.600 casi, il 2,4% dei tumori alla laringe e il 31% dei tumori all’orofaringe sono correlati all’HPV.
Il cavo orofaringeo, quindi, rappresenta il luogo in cui si osserva la più alta incidenza di tumori legati all'HPV negli uomini, mentre per le donne è il collo dell’utero l’area più colpita.
In presenza o meno di sintomi relativi all’infezione da HPV, la diagnosi di infezione da HPV o Papilloma Virus nella donna viene effettuata principalmente tramite due esami:
Il Pap Test e il test HPV sono due strumenti diagnostici diversi, adoperati per scopi differenti.
Il Pap Test (o test citologico) prevede il prelievo di un piccolo campione di tessuto dal collo dell’utero che viene analizzato in laboratorio al microscopio per escludere infezioni da HPV ed eventuali anomalie tumorali.
Questo esame si effettua sia in presenza di sintomi ricollegabili all’infezione da Papilloma Virus sia come prevenzione ed è raccomandabile eseguirlo a partire da due anni dal primo rapporto sessuale. Le donne che non hanno mai avuto un esito positivo dal primo Pap test possono effettuarlo una volta ogni tre anni, in caso contrario dovrà essere eseguito regolarmente ogni anno.
Il Tampone Endocervicale Tipizzazione Hpv (o HPV test) è invece un esame molecolare che serve a identificare la presenza di specifici ceppi del Papilloma ad altro rischio associati allo sviluppo di cancro al collo uterino. Si effettua allo stesso modo del Pap test, ma risulta più sensibile e specifico nell’identificazione delle lesioni cancerose.
La diagnostica maschile, attualmente, non prevede un vero e proprio esame di screening per individuare l’eventuale infezione da HPV. Tuttavia dall’inizio dell’attività sessuale possono essere effettuati i seguenti esami per prevenire o individuare il virus:
Come già detto, la maggior parte dei sintomi e delle lesioni causate da Papilloma Virus guariscono spontaneamente senza che sia necessario intervenire con trattamenti specifici nel giro di 1 o 2 anni.
Tuttavia qualora persistessero, aumentassero o fossero particolarmente fastidiosi, verruche e condilomi possono essere trattati localmente con creme a base di acido salicilico o terapia topiche specifiche, oppure rimossi tramite laser, diatermocoagulazione o crioterapia.
In caso di lesioni maligne al collo dell’utero o al cavo orofaringeo, queste vengono invece rimosse chirurgicamente con asportazioni selettive.
Anche se è possibile guarire dal Papilloma Virus, la sola scomparsa dei sintomi quali verruche e condilomi non garantisce una guarigione completa. Per averne certezza sarà necessario sottoporsi periodicamente al Pap test o all’HPV test.
Ad oggi non ci sono delle cure specifiche per il Papilloma Virus, ma esistono terapie per i sintomi e le malattie che possono provocare.
Per tale motivo, la prevenzione è la migliore difesa. Prevenzione che inizia dall’igiene personale del corpo fino all’uso del preservativo durante i rapporti sessuali. Anche il controllo medico periodico, tramite visita ginecologica e test di screening diagnostici, gioca un ruolo fondamentale nella profilassi dell’infezione.
Tuttavia, la forma primaria di prevenzione è rappresentata dalla vaccinazione. I vaccini attualmente disponibili sono in grado di proteggere contro i 9 ceppi di HPV più pericolosi e prevenire il 90% delle possibili formazioni tumorali conseguenti all’infezione.
In Italia la vaccinazione è gratuita e può essere effettuata dall’età di 11 anni tramite la somministrazione di due dosi a distanza di sei mesi. Per gli adulti che desiderano vaccinarsi è prevista una vaccinazione di tre dosi.
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