Nonostante i soggetti più colpiti dall’ipoacusia siano le persone di età superiore ai 74 anni (37%), negli ultimi anni è aumentato sensibilmente il numero di giovani con problemi uditivi, tanto che oggi
un adolescente su cinque lamenta problemi di calo dell'udito. Un fenomeno che ha portato le ultime ricerche a soffermarsi sull’interazione fra udito e capacità cognitive e dell’apprendimento fra la popolazione più giovane.
Perché l’ipoacusia può ridurre le capacità cognitive
Se numerosi studi avevano assodato che l’anziano che sente poco e male tende a isolarsi e che la riduzione di interazione sociale finisce col favorire stress e depressione aumentando
il rischio di demenza senile, da uno studio internazionale presentato al Parlamento Europeo in occasione del World Hearing Day2018 si evince che anche fra i giovani la perdita della capacità uditiva non curata può far aumentare del 28% il rischio di declino cognitivo.
Se in passato si parlava di ragazzi disattenti e smemorati, oggi è assodato che una percentuale di ragazzi accusati di scarso rendimento scolastico e difficoltà di apprendimento in realtà sono vittime di una
ridotta sensibilità uditiva sottostimata. L’ipoacusia, infatti, oltre a isolare l’individuo, aumenta anche l’impegno che la persona deve applicare all’ascolto: uno sforzo e un affaticamento che vanno a discapito dell’apprendimento percettivo, aumentando le possibilità di distrazione e riducendo le facoltà cognitive.
L’importanza della diagnosi nella ipoacusia dei giovani
Il rischio di incorrere in problemi di udito tra i giovani non va dunque sottovalutato: non appena si manifestano campanelli d’allarme come il fastidioso disturbo degli acufeni (i fischi continui percepiti nell’orecchio) o altri sintomi di possibile ipoacusia, è bene rivolgersi subito al proprio medico curante o affidarsi una visita otorinolaringoiatrica in modo da indagare tempestivamente cause ed entità del problema e poter decidere il trattamento più appropriato. In questo caso una diagnosi precoce resta di fatto l’arma migliore per evitare severe ripercussioni future sulla salute uditiva dei ragazzi.
Le cause dell’ipoacusia nei giovani
Attenzione all’abitudine di correre o camminare mentre si tiene alto il volume della musica negli auricolari per coprire i rumori esterni: “è una pratica tanto comune quanto rischiosa” ci ricorda ancora il Dottor Sarti “come pure l’insana tendenza ad eseguire sequenze di esercizi ginnici in locali chiusi come le palestre tenendo il volume della musica al massimo”.
Gli studi dell’OMS hanno evidenziato che il 50% dei giovani fra i 12 e i 35 anni sia a rischio di sviluppare seri danni all’udito proprio a causa dell’eccessiva esposizione ai suoni troppo forti e alla musica ad alto volume in discoteca, ai concerti, in macchina o in cuffia. Abitudini di vita poco sane che, se nell’imminenza possono limitarsi a provocare i frequenti “fischi all’orecchio” risolvibili in poche ore, possono causare a volte dei veri e propri traumi acustici suscettibili di sfociare in acufeni permanenti (suoni in assenza di un’origine esterna), calo dell’udito o alterata percezione dei suoni.
Ma non è solo l’eccesso di rumore a causare danni all’apparato uditivo dei più giovani: anche l’alimentazione può giocare un ruolo fondamentale. Un cattivo stato di nutrizione se associato a sovrappeso e obesità può influire molto negativamente sulla qualità dell’udito.