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Cos'è un linfoma e quanti tipi di linfoma esistono, le cause della malattia e le modalità di diagnosi.
Il linfoma è un tumore che interessa il sistema linfatico, ovvero l’insieme dei tessuti, dei vasi e delle cellule che rispondono principalmente a due funzioni: proteggere il corpo dalle minacce esterne e condurre i fluidi al suo interno.
La denominazione di “linfoma”, tuttavia, comprende diverse tipologie di tumori, derivanti dalla mutazione e dalla conseguente proliferazione eccessiva delle cellule del sistema immunitario, ossia linfociti B (80-85% dei casi) e linfociti T (10-15% dei casi), o più raramente delle cellule NK.
A loro volta, i linfomi appartengono al più ampio gruppo dei tumori del sangue, che include anche le leucemie e il mieloma.
Come abbiamo anticipato, non esiste un’unica forma di linfoma.
Al contrario, l’OMS fa una prima distinzione tra il linfoma di Hodgkin e i linfomi non Hodgkin, a loro volta suddivisi in quattro tipologie.
Il linfoma di Hodgkin è noto per la presenza della cosiddetta cellula di Reed-Sternberg, riconoscibile per via dei suoi due nuclei separati. Nel 95% dei casi, esso si manifesta nella sua forma classica; nel rimanente 5% dei casi, invece, prende il nome di linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria.
Il gruppo dei linfomi non Hodgkin, invece, comprende più di 70 forme tumorali, generalmente distinte in linfomi indolenti, la cui crescita avviene in tempi piuttosto lunghi, e linfomi aggressivi, dallo sviluppo molto rapido.
Diversamente, la suddivisione dei linfomi non Hodgkin utilizzata dall’OMS prevede quattro sottogruppi:
Linfoma o leucemia: quali sono le differenze?
“Linfoma” e “leucemia” sono due termini spesso confusi tra loro. Il motivo è semplice: in entrambi i casi, si tratta di forme tumorali appartenenti al macro-gruppo dei tumori del sangue. Dunque, quali sono le differenze?
La leucemia è un tumore del midollo osseo che non prevede la localizzazione delle cellule tumorali in un’unica sede. Al contrario, il linfoma è caratterizzato dalla formazione di una massa tumorale in una specifica area del sistema linfatico: un organo (es. milza) o un tessuto periferico.
La sintomatologia dei linfomi è piuttosto variegata, in quanto essa dipende dal tipo di tumore, dall’area interessata e dai tempi di sviluppo della malattia.
Tuttavia, a prescindere dalla classificazione del linfoma, esistono dei sintomi generali che possono essere considerati dei “campanelli d’allarme”:
Il sintomo più frequente e tipico dei linfomi, comunque, è la linfoadenopatia o gonfiore dei linfonodi che si trovano nelle zone del collo, dell’inguine e delle ascelle, solitamente in forma indolore.
Nel caso del linfoma di Hodgkin, possono manifestarsi anche splenomegalia ed epatomegalia, ossia ingrossamento anomalo della milza e del fegato.
La malattia ha uno sviluppo abbastanza prevedibile: inizialmente il linfoma colpisce una precisa zona del sistema linfatico, come un solo organo, un'area ricca di linfonodi, oppure una regione extra-nodale. In seguito il tumore attacca più parti: dapprima sullo stesso lato del diaframma e, più avanti, su entrambi i lati e/o nella milza. Lo stadio più avanzato si presenta con il coinvolgimento di altri organi e, quindi, con la formazione di metastasi.
Con l’evolversi del linfoma si aggiungono altri sintomi, tra cui:
Nelle ultime fasi della malattia, il sistema immunitario appare fortemente compromesso, il che espone al rischio di contrarre infezioni che, oramai, l’organismo non è più in grado di contrastare. Spesso, infatti, il decesso del paziente avviene a causa della sepsi (o setticemia), che si aggiunge alle varie problematiche derivanti dal malfunzionamento degli organi danneggiati.
La diagnosi del linfoma avviene mediante diversi tipi di accertamenti.
Innanzitutto, si consiglia di effettuare gli esami del sangue e delle urine, per escludere che non vi siano infezioni in corso, dalle quali potrebbero derivare alcuni sintomi caratteristici della malattia, come l’ingrossamento dei linfonodi e l’innalzamento della temperatura corporea.
Una volta esclusa tale possibilità, lo specialista procede con tutte le indagini necessarie per valutare la tipologia e lo stadio di avanzamento del linfoma, nonché per localizzare le cellule tumorali e, quindi, le aree colpite.
Gli accertamenti comunemente richiesti, in questi casi, sono:
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Ad oggi non conosciamo le cause del linfoma, ma sappiamo che si sviluppa a seguito di una mutazione genetica dei linfociti, che a sua volta porta ad un aumento del numero e ad una crescita di tali cellule in maniera incontrollata.
Come accade per molte altre forme di tumore, anche nel caso del linfoma la prevenzione assume un ruolo centrale. Difatti, le probabilità di sopravvivenza (che si attestano tra l’80 e il 90% per i linfomi di Hodgkin e tra il 60 e il 70% per i linfomi non Hodgkin aggressivi) dipendono, in larga parte, dallo stadio in cui si trova la malattia al momento della diagnosi: se questa viene individuata nelle prime fasi, è più facile giungere alla completa remissione.
Dunque, ciò che gli esperti consigliano, insieme al mantenimento di uno stile di vita sano, è la buona abitudine di sottoporsi a visite mediche (ad esempio, alla visita ematologica) a cadenza regolare, specialmente dopo il compimento dei 60-65 anni e/o in presenza di un quadro clinico compromesso.
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