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Cosa bisogna sapere prima di fare il pap test, ogni quanto va ripetuto e la differenza con il test HPV
Il Pap test è un esame molto importante per la prevenzione dei tumori al collo dell'utero perché permette di individuare precocemente anomalie cellulari o piccoli tumori allo stadio iniziale.
Il tumore al collo dell'utero colpisce soprattutto le giovani donne e sotto i 50 anni, è il quinto tumore più diffuso nella popolazione femminile.
Quando viene preso in tempo, ossia ai primi stadi di sviluppo, può essere curato efficacemente. Al contrario, se viene scoperto a uno stadio avanzato, il rischio di morte è elevato.
Con l'introduzione del Pap test prima e dell''HPV dopo, la mortalità per tumore al collo dell'utero è radicalmente diminuita, resta invece uno dei tumori più diffusi tra le donne dei paesi in via di sviluppo..
Secondo i dati dell'AIRC, annualmente in Italia circa 2300 donne ricevono una diagnosi di cancro al collo dell'utero in fase iniziale, mentre a una ogni 10000 viene diagnosticato in fase già avanzata. Ancora oggi, circa 430 donne muoiono ogni anno a causa di questa malattia.
Questi dati fanno capire quanto sia importante fare prevenzione e perché le donne in fascia d'età a rischio non dovrebbero mai rinunciare all'opportunità offerta dai programmi di screening.
Cerchiamo di capire innanzitutto il Pap test cos'è e come viene effettuato.
Il Pap test è uno dei due esami inseriti dal Servizio Sanitario Nazionale nel programma di screening per la prevenzione del tumore alla cervice o collo dell'utero.
L'altro è l’HPV test e serve a individuare il Papilloma virus.
Il termine “Pap” deriva dal nome del suo inventore, il dottor George Nicholas Papanicolaou, il quale pubblicò, nel 1923, un articolo in cui spiegava come effettuare il test.
No, a parte un lieve fastidio dovuto a sensibilità individuale, questo rapidissimo esame non è né doloroso né rischioso.
Terminata la visita, non è richiesto alcun periodo di osservazione e si possono riprendere immediatamente le proprie attività.
Il medico, utilizzando lo speculum, dilata l'apertura vaginale e vi introduce, con molta delicatezza, uno strumento con cui preleva del muco dal collo dell'utero.
I campioni prelevati vengono inviati in laboratorio e sottoposti a esame citologico che, tramite la colorazione delle cellule ideata da Papanicolau, permette di identificare eventuali anomalie.
Il Pap test è un esame semplice, rapido e non invasivo, fondamentale per identificare precocemente un tipo di tumore della cervice uterina che, senza prevenzione, può rivelarsi mortale.
L’analisi consente di individuare eventuali anomalie nelle cellule e in caso positivo di valutare l’entità del danno.
Questi motivi dovrebbero essere sufficienti per convincere tutte le donne dai 20 anni in sù a sottoporsi a un test che, come ci spiega il dottor Armando Sarti, consulente medico di CupSolidale, nasce “per lo screening dei tumori della cervicale uterina" ma permette di rilevare anche "infezioni fungine – come la Candida – o da batteri – ad esempio la Gardnerella vaginalis – oppure da virus – Herpes e altri – ma anche da protozoi – Trichomonas”.
La risposta è No, non è sufficiente fare un'ecografia o una normale visita ginecologica di routine per indagare la presenza di un tumore al collo dell'utero
“Il Pap test- spiega il Dottor Sarti- rivela atipie delle cellule della cervice uterina che possono essere precancerose e precedono l'eventuale formazione, nel tempo, del tumore. L'ecografia rivela altri aspetti morfologici dell'utero, delle ovaie e delle tube. La normale visita ginecologica non sostituisce la necessità di esecuzione periodica del Pap Test e/o dell'HPV test, relativo alla rilevazione del papilloma virus”.
Anche le visite ginecologiche e le ecografie sono importanti, ma per prevenire il tumore al collo dell'utero è fondamentale effettuare periodicamente Pap test e HPV test.
Questi due esami hanno dimostrato, nel corso degli anni, tutta la loro importanza, consentendo ai medici di individuare precocemente le cellule tumorali e di intervenire tempestivamente, salvando la vita a molte donne, anche giovani.
Il Pap Test è un esame molto semplice e diventato ormai di routine. Tuttavia prima di sottoporsi all'esame è del tutto normale avere dei dubbi soprattutto se è la prima volta. Per questo abbiamo raccolto le domande più frequenti presenti sul web e le abbiamo poste al Dottor Armando Sarti il quale ci aiuterà a fare chiarezza.
Ogni quanto e da che età fare il Pap test?
Il Pap test andrebbe ripetuto ogni tre/cinque anni a partire dall'inizio dell'attività sessuale o, in ogni caso, dai 20/25 anni fino ai 65/70 per rendere la prevenzione efficace e permettere al medico di individuare lesioni o cellule tumorali ai primi stadi.
Chi non ha mai avuto rapporti può sottoporsi al Pap test?
Sì, anche se, come ci fa sapere il dottor Sarti ,“il rischio di tumore alla cervice nella donna che non ha mai avuto rapporti sessuali è pressoché nullo”. In questi casi poi, essendo presente un imene integro, il prelievo di muco dal collo dell'utero potrebbe essere più complesso e il risultato meno affidabile.
Anche chi ha subito l'asportazione dell'utero deve fare il Pap test?
Il nostro esperto afferma che, “se l'utero è stato asportato in toto, tramite isterectomia completa, non c'è indicazione al test”.
Per quanto riguarda il pap test in gravidanza, “può essere effettuato”, naturalmente “secondo il parere ginecologico e con particolari precauzioni” che il medico adotterà durante il prelievo.
Il Pap test è un esame molto importante per tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 65 anni, anche nel caso in cui:
Il rischio di tumore all'utero è sempre presente ed è meglio fare prevenzione e intervenire ai primi stadi della malattia, piuttosto che attendere, correndo rischi peggiori.
Ecco perché è importante fare il Pap test regolarmente.
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Nei due giorni che precedono il test, è importante seguire alcuni semplici accorgimenti per evitare di pregiudicarne i risultati:
In presenza di ciclo mestruale, il test non potrà essere eseguito. Per questo motivo, al momento della prenotazione è importante scegliere un giorno compreso tra i successivi tre dalla fine del ciclo e una decina prima dell'inizio.
Chi assume la pillola o utilizza la spirale può stare tranquilla: questi contraccettivi non alterano i risultati.
Di fronte a un Pap test positivo è fondamentale, per prima cosa, non farsi prendere dal panico.
Il dottor Sarti ci rassicura su questo punto: “Se vengono rilevate anomalie della cervice uterina è necessaria una visita medica ginecologica. Questa può essere effettuata anche con colposcopia e utilizzo di coloranti specifici per evidenziare eventuali aree a rischio. In alcuni casi può essere risolutivo un piccolo intervento chirurgico che prevede la conizzazione del collo dell'utero, vale a dire la rimozione del tessuto anomalo. In generale però - raccomanda Sarti- se il pap test risultasse positivo non c'è da preoccuparsi, ma è bene proseguire con gli accertamenti e l'eventuale trattamento”.
Pap test e test HPV, acronimo di Human Papilloma Virus, sono due esami fondamentali per diagnosticare precocemente i tumori alla cervice uterina. Entrambi sono inseriti nel programma di screening di prevenzione per il tumore all'utero, eppure presentano delle differenze. Secondo l'AIRC, il 99% dei tumori al collo dell'utero è provocato dal Papilloma Virus Umano.
Il test HPV permette di rilevare la presenza, nel collo dell'utero, del Papilloma Virus Umano. Questo virus, la cui trasmissione avviene principalmente per via sessuale, è molto diffuso e provoca solitamente lievi infezioni transitorie e verruche che regrediscono da sole.
Il test HPV si esegue in modalità analoga al Pap test ma è molto più sensibile: è in grado di rilevare la presenza di un virus tumorale prima che si sviluppino lesioni. In pratica il test HPV rispetto al Pap test consente di riconoscere le pazienti a rischio, quelle cioè che hanno una predisposizione al tumore al collo dell’utero.
Per questo se il Pap test viene fatto ogni 3 anni, il test HPV è consigliato eseguirlo una volta ogni 5 anni.
In caso di test HPV positivo, può essere necessario effettuare il Pap test per assicurarsi che il Papilloma Virus non abbia generato lesioni precancerose o cellule tumorali. Anche nel caso di esito positivo non c’è da allarmarsi, l’HPV rileva anche infezioni transitorie, che quindi si risolvono spontaneamente nel giro di 1-2 anni che però è bene tenere sempre sotto controllo.
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