Quinta malattia negli adulti: cause, sintomi, cure

Come si presenta la quinta malattia nei pazienti adulti: cause, sintomi e possibili cure.

Cos’è la quinta malattia

  • La quinta malattia - conosciuta anche come eritema infettivo, megaloeritema epidemico o, più comunemente, malattia della guancia schiaffeggiata - è un’infezione acuta benigna altamente contagiosa, causata dal Parvovirus B19, che tende a colpire soprattutto i bambini, ma che può presentarsi, sebbene con una sintomatologia differente, anche in soggetti adulti

    La manifestazione più nota è un eritema localizzato sia sulle guance, sia su gambe e braccia, accompagnato da vari sintomi aspecifici, come febbre lieve (febbricola), mal di testa, mal di gola, nausea ed affaticamento. Nella maggioranza dei casi la quinta malattia non richiede trattamenti specifici, in quanto si risolve spontaneamente nel giro di 1-3 settimane, senza conseguenze di rilievo per il paziente.

Cause e modalità di trasmissione

  • ​La quinta malattia rientra nel novero delle cosiddette malattie esantematiche - tra le quali troviamo anche il morbillo, la rosolia e la sesta malattia - poiché, come queste ultime, è in grado di determinare un esantema, ovvero un’eruzione cutanea caratterizzata dalla comparsa di macchie rosse dall’aspetto irregolare su diverse aree del corpo.

    L’infezione è di origine virale: responsabile della quinta malattia, infatti, è il Parvovirus B19, appartenente alla famiglia virale delle Parvoviridae.

    Il contagio avviene secondo quattro modalità di trasmissione:

    1. per via respiratoria, mediante l’inalazione di goccioline di saliva infetta, rilasciate da un soggetto ammalato in varie occasioni: durante la conversazione, oppure con starnuti e colpi di tosse;
    2. per contatto: ad esempio, toccando oggetti usati in precedenza da persone infette e, in seguito, portando la mano alla bocca, al naso o agli occhi (gesto che favorisce l’ingresso del virus nell’organismo);
    3. con l’esposizione diretta a sangue e/o tessuti di un soggetto infetto;
    4. per via ematoplacentare: se portatrice del virus, la madre può trasmettere l’infezione al nascituro in fase di gestazione.

    Una volta entrato in contatto con l’agente patogeno, il soggetto diviene contagioso ancora prima di aver sviluppato una vera e propria sintomatologia, ovvero durante il periodo di incubazione (la cui durata varia da un minimo di 4 giorni ad un massimo di 21 giorni, per una media di 14-16). Tuttavia, con la comparsa dei primi segni dell’eritema cutaneo, il livello di contagiosità cala rapidamente, fino ad azzerarsi del tutto.

    A causa della facilità di trasmissione del virus, il rischio di contrarre la quinta malattia aumenta:

    • nei bambini e nei ragazzi di età compresa tra i 5 e i 15 anni;
    • nei soggetti adulti che trascorrono gran parte del proprio tempo a contatto con soggetti della suddetta fascia di età (es. genitori e parenti stretti, insegnanti, collaboratori scolastici, ecc.).

I sintomi della quinta malattia in bambini e adulti

  • ​La quinta malattia si presenta con sintomi sia specifici - ovvero il tipico eritema cutaneo, con i vari fastidi che ne derivano (ossia gonfiore, prurito ed indolenzimento della parte interessata) - che aspecifici.

    In genere i sintomi aspecifici caratterizzano la prima fase della malattia, ovvero quella di esordio. Essi possono includere: febbricola (febbre lieve), mal di gola, rinorrea, mal di testa, affaticamento e dolori articolari.

    Tra il secondo e il terzo giorno tale sintomatologia va ad affievolirsi, lasciando il posto all’eritema cutaneo. Il quale si sviluppa a partire dalle guance, rendendole dapprima gonfie e doloranti e, in seguito, dando luogo alla peculiare eruzione a farfalla. Le macchie rossastre, talvolta anche in rilievo, si diffondono via via sul tronco, su gambe e braccia, sulle natiche e, sporadicamente, sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi.

    L’eritema tende a svanire in maniera graduale e spontanea: si stima che, nel 65% dei casi, le macchie spariscano dopo 5-8 giorni; invece, nel restante 35% dei casi osservati, la guarigione avviene dopo 2-3 settimane.

    Tuttavia, è utile ricordare che il decorso della quinta malattia - come pure la sua sintomatologia - varia significativamente a seconda dell’età del paziente: nei bambini e, in generale, nelle persone giovani, l’infezione si sviluppa per lo più secondo le modalità che abbiamo appena descritto.

    Diversamente, nei soggetti adulti, i sintomi predominanti non riguardano tanto l’eritema cutaneo, quanto i dolori alle articolazioni di polsi, caviglie, spalle, ginocchia e dita, talvolta accompagnati da un forte affaticamento.

Complicazioni e rischi in gravidanza

  • ​Contrarre la quinta malattia, da adulti come nell’infanzia, difficilmente comporta conseguenze a lungo termine degne di nota. A fronte di ciò, è bene sapere che, per alcune categorie specifiche di pazienti, il rischio di complicazioni è nettamente superiore. Tra queste ricordiamo:

    • i soggetti affetti da immunodepressione a causa di patologie come l’AIDS o a seguito dell’assunzione di farmaci chemioterapici;
    • i soggetti affetti da uno o più dei seguenti disturbi: anemia emolitica autoimmune, alfa/beta talassemia, leucemia mieloide cronica, anemia emolitica da deficit di piruvato-chinasie, anemia falciforme;
    • donne incinte: durante il primo trimestre di gravidanza, infatti, la quinta malattia può causare una condizione nota come idrope fetale, che a sua volta accresce il rischio di aborto spontaneo.

    Non a caso, sia in Italia che nel mondo, diverse associazioni lottano per incentivare la prevenzione e ridurre i possibili pericoli che il Parvovirus B19, come altri agenti patogeni, può determinare prima del parto.

    Inoltre, se una donna si ammala durante il periodo di gestazione, può trasmettere l’infezione al feto per mezzo della placenta. Va sottolineato, però, che la maggioranza degli adulti possiede già una difesa immunitaria contro il Parvovirus B19, in quanto ha contratto la quinta malattia (o è entrata in contatto con il virus) negli anni passati.

Come diagnosticare la quinta malattia

  • La diagnosi della quinta malattia è abbastanza semplice nei casi in cui si manifesta mediante eritema cutaneo, poiché tale sintomo risulta riconoscibile anche tramite esame obiettivo - ossia con l’osservazione diretta delle macchie visibili su viso e corpo, seguita da anamnesi.

    Di contro, se compaiono solamente sintomi aspecifici - come spesso accade nei pazienti adulti - o vi è bisogno di maggiori conferme, è necessario procedere con le analisi del sangue, allo scopo di verificare o meno la presenza di anticorpi specifici per il Parvovirus B19 (LGG e LGM).

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Durata e terapie per la quinta malattia

  • ​La durata della quinta malattia nei soggetti sani - adulti e bambini - è compresa tra una e tre settimane. Tuttavia, in assenza di ulteriori sintomi (come febbre, mal di testa, ecc.), è possibile ritornare alle normali attività scolastiche, lavorative, sociali, ecc. a seguito della comparsa dell’eritema cutaneo (magari, come suggerito da alcuni medici, attendendo uno o due giorni per consentire all’organismo di riprendersi del tutto).

    Al fine di superare l’infezione, il sistema immunitario produce anticorpi specifici contro il Parvovirus B19, rendendo praticamente nullo - o quasi - il rischio di ammalarsi nuovamente entrando in contatto con il virus.

    La quinta malattia, inoltre, non richiede la somministrazione di terapie mirate, ad eccezione dei farmaci antipiretici - tra cui il paracetamolo - per ridurre la temperatura corporea in caso di febbre o per alleviare dolori articolari particolarmente intensi che, talvolta, affliggono i pazienti adulti.

    Ad ogni modo, si consiglia di:

    • rimanere a riposo durante il decorso della malattia;
    • evitare contatti con persone non immunizzate fino al termine del periodo di contagiosità;
    • assumere molta acqua e, in generale, abbondanti liquidi, per favorire una corretta idratazione e, al contempo, attenuare il prurito che alcuni sperimentano nelle aree colpite dall’eruzione cutanea;
    • per lo stesso motivo, si raccomanda di ridurre al minimo l’esposizione ai raggi solari, potenzialmente dannosi per la cute già arrossata e dolorante.
Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2021-05-18
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

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