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Il sole può rappresentare una concausa nella formazione dei nei e della loro trasformazione. Usare le creme protettive è importante ma non è sufficiente. La Mappatura dei nei è l'esame più importante per una diagnosi precoce.
Soprattutto per i più giovani, l’estate coincide con l’obiettivo di abbronzarsi il più possibile.
Sdraiarsi in spiaggia, sul prato o sul materassino a prendere il sole è infatti una delle attività preferite dai ragazzi in vacanza che, incuranti dei danni che possono derivare, trascorrono ogni giorno diverse ore sotto i raggi UV senza un’adeguata protezione.
L’esposizione solare diretta e prolungata è estremamente rischiosa per la salute. Non solo perché può provocare ustioni e danni in superficie, ma anche perché le scottature provocate dal sole aumentano il rischio di sviluppare il melanoma o altri tipi di tumori della pelle.
I danni del sole, infatti, non sono sempre immediatamente visibili. Alcuni degli effetti più compromettenti possono presentarsi dopo molti anni dalle esposizioni aggressive.
Ne sono un esempio la formazione delle discromie cutanee, delle macchie della pelle o dei nei, questi ultimi strettamente collegati allo sviluppo di melanomi.
Vediamo allora che relazione c’è tra sole, melanomi e nei, quali falsi miti ruotano attorno all’argomento e come agire per evitare complicazioni.
I nei, il cui nome scientifico è nevi, sono delle macchie scure che si formano sulla pelle a causa di un'eccessiva concentrazione di melanociti. Queste ultime sono le cellule responsabili della produzione di melanina, ovvero la pigmentazione che determina il colore alla pelle e dell’abbronzatura.
Generalmente i nei non sono delle manifestazioni cutanee di cui preoccuparsi, tutti ne possiedono alcuni dislocati in diversi punti del corpo e non esiste una reale causa che ne determina la comparsa.
L’ereditarietà e il fototipo sono due dei fattori che possono influire sulla formazione dei nei. Non è un caso, infatti, che questi possono presentarsi sin dalla nascita sul corpo dei neonati e moltiplicarsi più rapidamente nei bambini con la pelle molto chiara.
Nella maggior parte dei casi, i nei non sono maligni e pericolosi ma possono evolversi e trasformarsi nel tempo, dando origine al melanoma. In questa circostanza, una delle cause che può portare a questo problema è proprio la scorretta esposizione ai raggi ultravioletti.
Il sole può rappresentare una concausa nella formazione dei nei e della loro trasformazione. Secondo gli specialisti, infatti, un’eccessiva esposizione alle radiazioni solari può generare la comparsa di nuovi nei sulla pelle.
Non a caso, ad un numero elevato di nevi corrisponde un maggiore rischio di sviluppare melanomi. La prevenzione, quindi, è fondamentale.
L’esposizione al sole allora non dovrebbe mai avvenire senza le dovute precauzioni e protezioni. Non solo per evitare la formazione di nuovi nei o la trasformazione del DNA del melanocito in tumore, ma anche per limitare il rischio di scottature e invecchiamento cutaneo.
Le creme solari con SPF medio-alti sono la soluzione migliore per abbronzarsi e al tempo stesso proteggere pelle e nei dagli effetti dannosi delle radiazioni UV.
Quando si nota un nuovo neo sul proprio corpo oppure ci si accorge che uno di quelli esistenti si è ingrandito, può succedere di andare in ansia e preoccuparsi più del dovuto.
In realtà è bene sapere che esistono diversi tipi di nei con forma, colore e caratteristiche differenti.
Tra i più comuni, troviamo il nevo melanocitico composto, il nevo congenito e il nevo displastico. Esistono poi tutta una serie di nei che hanno caratteristiche diverse e prendono il nome degli specialisti che li hanno identificati per prima: ad esempio il nevo di Spitz, di Clark o di Reed.
Data la grande varietà di nevi che possono formarsi sul corpo, è opportuno tenere a mente alcune caratteristiche specifiche che permettono di individuare quelli a rischio melanoma.
I nei maligni rispondono alle caratteristiche della regola ABCDE, che definisce gli elementi da analizzare:
Al fine di scovare in tempo dei nei potenzialmente pericolosi, allora, è utile eseguire un autocontrollo periodico per appurare che nessuno dei propri nei esistenti o nuovi corrisponda alle caratteristiche sopra elencate.
Vi sono situazioni in cui l’autocontrollo dei nei non è sufficiente a scovare un eventuale melanoma. È il caso di chi ha una quantità elevata di nei sul corpo, ad esempio, oppure sono posizionati in posti difficili da raggiungere in autonomia.
In fatto di prevenzione è fondamentale eseguire periodicamente la Mappatura dei nei, un esame completamente indolore e senza controindicazioni.
La mappatura dei nei consiste in una visita dermatologica eseguita con l'ausilio di una speciale telecamera fornita di lente che consente di indagare uno per uno i nei della pelle, anche quelli poco visibili o posti in parti del corpo difficili da monitorare. Si tratta di un esame diagnostico con cui è possibile valutare eventuali cambiamenti di forma e colore di ogni neo e quindi valutarne l'eventuale pericolosità. Ad oggi la mappatura dei nei è l'esame più importante per una diagnosi precoce di melanoma, che se preso in tempo, è facilmente curabile.
Per una visita ancora più approfondita si può ricorrere alla Mappatura dei nei con Epiluminescenza (dermatoscopia).
Essa consiste in una visita dermatologica durante la quale lo specialista, con il supporto di un apposito strumento, è in grado di acquisire le immagini ingrandite dei nei e numerose informazioni altrimenti invisibili a occhio nudo. Queste riguardano eventuali evoluzioni nelle caratteristiche di un neo.
La dermatoscopia non è dolorosa o invasiva, viene svolta per scopi preventivi prima di esporsi al sole (quindi meglio se non si è ancora abbronzati) e può essere eseguita in tutti gli studi dermatologici previa prenotazione.
Secondo quanto emerge dai report, sono ben 12 milai nuovi casi di melanoma ogni anno, la maggior parte dei quali vengono fortunatamente diagnosticati in tempi utili a permetterne l'asportazione chirurgica. Se si interviene in tempo, infatti, il melanoma o tumore della pelle è curabile.
Sgombriamo subito il campo da equivoci e inesattezze e facciamo chiarezza:
Anche se strettamente collegato con il rischio di melanoma, è bene sottolineare che il sole non è nocivo per la salute. Al contrario, si rivela addirittura fondamentale per il benessere dell’organismo.
Prendere un po’ di sole ogni giorno, con le dovute protezioni, è prima di tutto importante per mantenere alto e positivo l’umore. Inoltre, favorisce il rilassamento e allontana lo stress.
A livello cellulare, il sole è indispensabile per l’attivazione della vitamina D e per la produzione di melanina, che permette alla pelle di risultare piacevolmente colorata e protetta proprio dalle radiazioni più aggressive. Inoltre, ha un effetto positivo anche in caso di psoriasi.
Infine, l’esposizione solare migliora la qualità del sonno, grazie alla sua influenza sul metabolismo.
Se è pur vero che una cattiva esposizione solare durante la gioventù può aumentare il rischio di tumori in età adulta, bisogna comunque tenere in considerazione alcuni fattori di natura genetica.
Chi ha avuto casi di melanoma in famiglia o ne ha già avuto uno, è più soggetto a sviluppare le cellule tumorali, quindi dovrebbe monitorare più spesso la propria condizione e fare una mappatura dei nei almeno una volta l’anno.
Inoltre, anche determinate caratteristiche fisiche possono incidere più o meno nelle probabilità di sviluppare la malattia. Nello specifico, sono più a rischio i soggetti adulti di origine nord europea, con la carnagione molto chiara e che si espongono al sole in maniera intermittente (solo in estate ad esempio, col rischio di ustionarsi).
Seguire alcune semplici raccomandazioni è il modo migliore per prevenire l’insorgenza di melanomi soprattutto in queste persone.
Prima di tutto è fondamentale esporsi al sole per periodi di tempo limitati (non più di 40 minuti al giorno) e con le adeguate protezioni: creme solari con SPF alto da applicare nelle giuste quantità e più volte al giorno, occhiali da sole e cappellino.
Bisognerebbe evitare di prendere il sole nelle ore più calde della giornata, tra le 11 e le 16, soprattutto durante le prime esposizioni. Questo vale per gli adulti ma soprattutto per i bambini, così da impedire scottature che potrebbero rivelarsi determinanti in futuro per lo sviluppo di melanomi.
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