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Valori bassi di testosterone negli individui di sesso maschile possono portare a diverse patologie: ecco come intervenire
Il testosterone è un tipo di ormone steroideo presente negli individui di sesso sia maschile che femminile. Mentre nel caso delle donne il testosterone, prodotto sia nelle ovaie che nel surrene, viene in gran parte trasformato in estrogeni grazie all’enzima aromatasi, negli uomini è prodotto in elevate quantità durante l’intero arco della vita dalle cellule di Leydig, situate all’interno dei testicoli.
Il testosterone è responsabile innanzitutto dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari tradizionalmente associati al corpo maschile: barba e villosità generale, massa muscolare e voce profonda. Concorre inoltre alla regolazione della vita sessuale dell’individuo, influenzando erezione, produzione dello sperma, sviluppo dei genitali e libido.
I corretti livelli di testosterone contribuiscono infine a regolare il tono d’umore e i processi cognitivi, ma anche alla produzione di globuli rossi nel sangue.
La concentrazione di testosterone nel sangue varia in base all’età dell’individuo, raggiungendo il picco durante la prima età adulta e riducendo sensibilmente a partire dai 40-50 anni, determinando la cosiddetta andropausa nei decenni successivi.
I valori regolari di testosterone negli individui di sesso maschile dovrebbero rientrare in questi range, in base ai dati divulgati dai laboratori Mayo Clinic:
Se i livelli di testosterone risultano anomali rispetto a questo intervallo di valori, possono intervenire due scenari.
Il primo scenario, in cui si rileva una concentrazione di testosterone in circolo nell’organismo più alta della norma, dipende da comorbidità con altre patologie oppure si manifesta come conseguenza della somministrazione di dosi eccessive dell’ormone in forma di farmaco, sia a scopo terapeutico che di doping.
Il secondo scenario, molto più comune rispetto al primo, prevede invece una concentrazione di testosterone più bassa rispetto alla norma: questa disfunzione può essere dovuta a fattori congeniti, ma anche essere una conseguenza di terapie come la chemioterapia e radioterapia.
Escludendo dunque fattori esterni significativi che possono compromettere la produzione di testosterone, un basso livello di questo ormone all’interno di un individuo di sesso maschile è spesso associato ad altre patologie legate alla tiroide, all’apparato genitale o all’apparato cardio-circolatorio. Anche la dipendenza da sostanze come l’alcool e i disturbi depressivi possono concorrere a un abbassamento dei livelli di testosterone.
Data la natura degli aspetti che questo ormone regola all’interno dell’organismo, i sintomi della carenza di testosterone negli individui di sesso maschile riguardano principalmente la sfera riproduttiva e sessuale, ma si estendono anche allo stato psicofisico generale. Questi campanelli d’allarme includono:
Come già accennato, la pubertà e l’adolescenza sono i periodi in cui la produzione di testosterone raggiunge il suo picco, prima di stabilizzarsi con l’età adulta. I valori bassi di testosterone in età adolescenziale si possono identificare con un ritardo nello sviluppo sessuale dell’individuo e nella comparsa dei caratteri sessuali secondari.
Dal punto di vista anatomico, invece, le ripercussioni di un basso livello di testosterone in giovane età includono un mancato o ridotto sviluppo degli organi genitali.
I livelli di testosterone si abbassano costantemente dell’1% ogni anno una volta raggiunta l’età adulta fino alla cosiddetta andropausa, un termine colloquiale coniato sul modello della menopausa femminile che non indica in realtà una patologia, bensì il naturale esaurimento delle capacità riproduttive.
Una graduale diminuzione dei valori di testosterone nel sangue è quindi da considerarsi come parte integrante del processo di invecchiamento e non dovrebbe destare preoccupazione; se i valori di testosterone risultano tuttavia particolarmente bassi e associati ai sintomi sopraelencati il medico di base potrà valutare la somministrazione di un trattamento terapeutico per ricondurli a valori stabili.
Per monitorare i valori di testosterone sono necessarie le analisi del sangue, attraverso le quali è possibile misurare due statistiche utili a determinare eventuali discrepanze nella presenza dell’ormone:
Questi esami si possono prenotare facilmente presso le strutture convenzionate anche senza ricetta medica, ma è sempre consigliato rivolgersi in prima istanza al medico di base se si sospetta di avere livelli bassi di testosterone nell’organismo.
Un basso livello di testosterone, se associato ad altre difformità nei risultati dei prelievi ematici, può essere a sua volta sintomo di altre patologie di diversa natura, tra cui:
Nelle ripercussioni del testosterone basso sulla salute rientrano anche l’insorgere dell’osteoporosi, il rischio di patologie cardiovascolari e una serie di conseguenze importanti sulla sfera della salute mentale e dei rapporti intimi.
Per questo motivo, se i livelli di testosterone sono notevolmente più bassi della media e si riscontrano uno o più dei sintomi elencati nel paragrafo corrispondente il medico di base o l’endocrinologo di competenza possono suggerire al paziente di intraprendere una terapia farmacologica in grado di reintegrare la quantità di testosterone presente nell’organismo.
La terapia farmacologica con testosterone rappresenta dunque un punto d’arrivo il cui scopo è contrastare gli effetti dell’ipogonadismo: non è da intendersi come un modo di invertire gli effetti naturali del tempo sull’organismo maschile, né come un sostituto di un corretto stile di vita utile per il mantenimento dell’equilibrio psicofisico.
Esistono infatti altri modi per tenere sotto controllo i livelli di testosterone, in un individuo che non presenta altre comorbidità.
Il primo modo per mantenere una regolare produzione di testosterone è il mantenimento di un’alimentazione sana ed equilibrata: ridurre l’assunzione di alimenti ad alto indice glicemico, oltre ai benefici di ordine generale sulla salute aiuta a ridurre la conversione del testosterone in estrogeni attraverso l’enzima aromatasi. Altrettanto importante è l’attività fisica, capace di stimolare sia direttamente che fisiologicamente la produzione di testosterone.
Gli alimenti ricchi di magnesio, come la frutta secca, alcuni tipi di pesce, legumi e latte vaccino, interagiscono inoltre con la produzione di testosterone incrementandola. Anche la vitamina D, i cui recettori sono presenti proprio nei tessuti dell’apparato riproduttivo in cui si produce il testosterone, risulta utile allo scopo di aumentarne i livelli: conviene dunque integrare nella propria dieta alimenti come i pesci grassi e il tuorlo d’uovo, oltre a esporsi regolarmente al sole con le dovute protezioni.
Non possono mancare infine gli antiossidanti contenuti in alimenti come la frutta e la verdura, micronutrienti fondamentali per il mantenimento dell’equilibrio cellulare.
La terapia farmacologica si prescrive invece, come già anticipato, nel caso in cui i livelli bassi di testosterone siano associati ad altri sintomi e complicazioni dal punto di vista della qualità della vita dovute ad acuto e accertato ipogonadismo.
Non si attua in alcun caso la terapia farmacologica nel caso di soggetti con livelli ormonali nella norma, come stabilito dalle linee guida della Società di Endocrinologia statunitense seguite dalla comunità medica internazionale.
Il testosterone può essere somministrato attraverso diversi tipi di terapia farmacologica:
Prima di procedere all’inizio della terapia ormonale, sarà di competenza del medico curante verificare eventuali controindicazioni e valutare il rapporto tra i benefici e gli effetti collaterali. I principali effetti collaterali includono l’aumento del volume della prostata, la formazione di trombi dovuta all’aumento dell’emoglobina e dell’ematocrito nel sangue, l’insorgenza di apnee notturne e la ritenzione idrica.
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