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Come si manifesta la torsione di punta, quali sono le cause e che esami fare per diagnosticarla.
La torsione di punta è una forma specifica di tachicardia ventricolare polimorfa caratterizzata da un ritmo cardiaco estremamente accelerato (tipicamente tra 150 e 300 battiti al minuto), irregolare e potenzialmente pericoloso per la vita.
Si verifica in presenza di prolungamento dell’intervallo QT (superiore ai 500 ms), una fase del ciclo cardiaco visibile sull’ECG, in cui il cuore richiede più tempo del solito per rilassarsi dopo ogni battito. Per questo motivo, la Torsione di Punta è spesso correlata alla sindrome del QT lungo, una patologia cardiaca solitamente di natura genetica.
Questo tipo di tachicardia ha origine dalle camere inferiori del cuore, ovvero i ventricoli, e può evolvere rapidamente in fibrillazione ventricolare. Quest’ultimo consiste in uno stato in cui i ventricoli vibrano anziché contrarsi in modo coordinato, interrompendo la capacità del cuore di pompare efficacemente sangue.
Generalmente, gli episodi di tachicardia ventricolare a torsione di punta si risolvono spontaneamente, ma possono ripresentarsi e generare in episodi di scompensi cardiaci, ischemie cerebrali fino all’arresto cardiaco.
Per questo motivo, è importante riconoscere tempestivamente i sintomi della torsione di punta e trattare adeguatamente il disturbo.
I sintomi della torsione di punta possono variare notevolmente, ma i più comuni includono una sensazione di battito cardiaco accelerato e irregolare. Molti pazienti possono sperimentare anche un senso di debolezza generale e stordimento, spesso accompagnato da vertigini.
In alcuni casi, il primo segno di una aritmia ventricolare a torsione di punta può essere un'improvvisa sincope, con perdita di coscienza che coincide con episodi di aritmia. Altre volte, invece, questa si verifica in modo del tutto asintomatico.
Tra i sintomi della torsione di punta rientrano anche nausea, senso di oppressione o dolore al torace, sudorazione fredda e mancanza di respiro, sebbene questi ultimi siano meno specifici e possano presentarsi in diverse forme di tachiaritmia.
Se la torsione di punta degenera in fibrillazione ventricolare e non viene trattata rapidamente, può anche comportare morte cardiaca improvvisa a seguito di un arresto cardiaco.
Come accennato in apertura, la causa principale di una tachicardia ventricolare a torsione di punta è un intervallo QT prolungato. Questo a sua volta può manifestarsi sia a causa di condizioni congenite che acquisite.
Tra le condizioni congenite rientra la sindrome del QT lungo congenito (LQTS), una patologia su base genetica causata da alterazioni elettrolitiche del cuore, che si riflette nell'allungamento dell'intervallo QT su un elettrocardiogramma. L’intervallo QT rappresenta il tempo necessario al cuore per "ricaricarsi" elettricamente tra un battito e l’altro che, generalmente, si attesta a un valore inferiore ai 450 ms negli uomini, 460 ms nelle donne e 440 ms nei bambini.
Per quanto riguarda le cause acquisite, tra queste rientrano l'uso di alcuni farmaci che, in alcuni casi e condizioni, possono portare al prolungamento del QT come:
Oltre a farmaci e condizioni congenite, la torsione di punta può verificarsi anche a causa di alcuni fattori di rischio specifici.
Capire chi è più a rischio di sviluppare una torsione di punta può aiutare a prevenire e trattare tempestivamente questa condizione. Tra i fattori di rischio rientrano:
La corretta diagnosi e un efficace trattamento sono essenziali per la gestione della torsione di punta. Qualora si presentino alcuni sintomi del disturbo o si manifestano altre patologie cardiovascolari, eseguire esami e test specifici contribuisce a una diagnosi accurata e tempestiva.
La diagnosi inizia con una visita cardiologica specialistica, durante la quale il medico esegue due esami molto importanti per valutare il rischio cardiovascolare: l'Ecocolordopplercardiacoe l’ECG (Elettrocardiogramma).
Il primo esame consiste in un'ecografia del muscolo cardiaco che consente di valutare l’anatomia e la funzionalità meccanica del cuore, informazioni utili per evidenziare eventuali malattie cardiache. Si tratta di un esame che dura una decina di minuti, non invasivo e indolore.
Il secondo, invece, mostra l'attività elettrica del cuore in uno specifico momento. L'ECG in caso di torsione di punta mostra un pattern particolare nel quale l'attività elettrica del cuore appare ondulata, quasi come se il cuore "ruotasse". L’esame dura pochi minuti ed è assolutamente indolore e non invasivo.
Inoltre, questo esame permette di rivelare se l’intervallo QT è più lungo del normale. Normalmente, infatti, questo intervallo non dovrebbe superare 0,44 secondi o 440 millisecondi (ms) per gli uomini e 0,45 secondi o 450 millisecondi (ms) per le donne.
Altro esame utile alla diagnosi di torsione di punta che il medico cardiologo può prescrivere in caso di dubbi è L’ECG dinamico secondo Holter, che consente il monitoraggio dell’intervallo QT e della funzionalità elettrica del cuore per un tempo più lungo rispetto all’ECG semplice, di solito 24 ore.
È possibile prenotare questi esami direttamente online e in poco tempo sul portale di CupSolidale, selezionando la città e la struttura in cui si desidera eseguirli in base a parametri specifici come costi e date disponibili.
Il trattamento in acuto della torsione di punta mira a stabilizzare il cuore il più rapidamente possibile. In caso di sviluppo di fibrillazione ventricolare è necessario procedere con defibrillazione per ristabilire la corretta attività elettrica del cuore.
Una volta stabilizzato il muscolo cardiaco, la cura della torsione di punta dipenderà dalla causa sottostante che l’ha generata e sarà mirata alla prevenzione di nuove aritmie ventricolari e all’eliminazione dei fattori di rischio modificabili.
Se un farmaco è la causa del disturbo, sarà necessario interromperne l'uso, mentre in caso di squilibri elettrolitici o endocrini, il medico prescriverà farmaci atti a trattare il disturbo. Talvolta il medico potrebbe anche prescrivere analisi del sangue, antiaritmici o farmaci specifici per aumentare la frequenza cardiaca e ridurre l’intervallo QT.
Nei casi più difficili da trattare potrebbe essere necessario ricorrere ad un pacemaker o ad un defibrillatore impiantabile.
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