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Le cause della trombosi alle gambe; i sintomi e come accorgersi di averla; come condiziona la vita quotidiana; come si diagnostica; come si cura e come si previene.
La trombosi è una condizione medica caratterizzata dalla formazione di coaguli di sangue, chiamati trombi, nei vasi sanguigni.
Si distinguono due tipologie principali di trombosi: venosa e arteriosa.
La prima colpisce le vene ostacolando il flusso di sangue venoso, e può manifestarsi in due forme, trombosi venosa profonda (TVP) e superficiale. Le aree del corpo più colpite sono le grandi vene delle gambe e delle cosce, ma può verificarsi anche in altre parti del corpo come braccia, collo o addome.
La seconda interessa le arterie, ostacolando il flusso di sangue arterioso sia negli arti inferiori che in quelli superiori, ma in media anche questa colpisce più di frequente le gambe.
La trombosi venosa profonda alle gambe è una delle manifestazioni più comuni, con un’incidenza di circa 1 su 1000 nella popolazione adulta. Questa può colpire sia uomini che donne, con tassi leggermente superiori nel sesso maschile. Spesso associata all'invecchiamento, il suo tasso di incidenza cresce rapidamente dopo i 45 anni di età ma, anche se con meno frequenza, può colpire anche i più giovani.
La prevenzione gioca un ruolo cruciale nella gestione della trombosi, poiché se diagnosticata precocemente può essere trattata efficacemente, riducendo il rischio di complicanze gravi.
In questo approfondimento esploriamo in dettaglio la trombosi agli arti inferiori, i sintomi della trombosi alla gamba, quali sono le cause e come riconoscere il disturbo.
Le cause della trombosi alle gambe possono essere differenti in relazione al fatto che la patologia sia di tipo venoso o arterioso.
Generalmente la causa della trombosi arteriosa è attribuita all’aterosclerosi, una condizione patologica caratterizzata dal restringimento della parete arteriosa, ed è dunque fortemente influenzata da fattori rischio come ipercolesterolemia, ipertensione, fumo e obesità.
La trombosi venosa, invece, è solitamente associata a cause di natura transitoria come immobilità conseguente traumi o malattie, interventi chirurgici e alcuni tipi di tumori (pancreas e intestino). Tra i fattori di rischio, ha particolare rilievo la predisposizione genetica all’ipercoagulabilità, una patologia che rende il sangue più incline a formare coaguli che possono trasformarsi in trombi.
Ma come si manifesta la patologia? Prestare attenzione ai sintomi iniziali della trombosi alle gambe è importante per una diagnosi precoce, benché le manifestazioni sintomatiche tra trombosi venosa e arteriosa possono presentare delle differenze.
Di frequente la trombosi non si manifesta in maniera chiara, motivo per il quale alcuni dei sintomi comuni alla patologia possono essere scambiati per quelli di malattie d’origine neurologica, tendinea o osteoarticolare.
In generale, il sospetto della patologia diventa più fondato quando i seguenti possibili 10 sintomi della trombosi colpiscono principalmente una sola zona o arto:
Per quanto concerne i sintomi d’inizio trombosi alla gamba, questi possono lievemente variare in base alla localizzazione precisa del trombo e se a essere colpita è una vena o un’arteria.
In una trombosi venosa i sintomi sulla gamba possono essere i seguenti:
Nella trombosi arteriosa alla gamba i sintomi possono invece essere:
Tuttavia, è bene sapere che la trombosi che più comunemente colpisce gli arti inferiori è quella venosa profonda. Quest’ultima, detta anche TPV, si verifica più di frequente vicino all’inguine nel polpaccio. I sintomi di trombosi al polpaccio e alla coscia non differiscono significativamente da quelli già elencati.
Circa il 50% dei pazienti con TVP alle gambe riporta un’embolia polmonare non evidente. Questo accade perché il trombo può staccarsi dalla parete della vena e viaggiare attraverso il flusso sanguigno fino all’area dei polmoni.
L’embolia polmonare rappresenta uno degli effetti più rischiosi della trombosi venosa profonda, insieme a ischemia e infarto che possono verificarsi invece quando la trombosi è di tipo arterioso.
Tali complicazioni possono apparire soprattutto quando la patologia non viene trattata tempestivamente, per questo motivo la prevenzione e l’attenzione ai sintomi iniziali della trombosi sono determinanti per un’azione tempestiva.
Durante la gravidanza aumenta considerevolmente il rischio di trombosi venosa agli arti inferiori, quasi cinque volte più del normale. Questo aumento è dovuto a diversi fattori, tra cui:
I sintomi della trombosi alla gamba in gravidanza sono simili a quelli della TVP e possono includere dolore, gonfiore, calore e sensazione di pesantezza localizzate.
Le donne con fattori di rischio elevati, come condizioni mediche preesistenti quali flebiti o cardiopatie, dovrebbero discutere con il medico relative misure preventive da mettere in atto, sia durante la gravidanza che al momento del parto.
La trombosi alle gambe può condizionare la vita quotidiana dei pazienti, a partire dalla presenza e gravità di alcuni sintomi, dalla loro persistenza e dalla tempestività del loro trattamento.
Ad esempio, il dolore della gamba colpita può essere costante e intenso. Questo fastidio può perdurare anche dopo aver iniziato la terapia, influenzando negativamente il benessere generale, limitando il movimento e le attività quotidiane come lavoro, sport e momenti ricreativi.
Se non trattata correttamente, la trombosi venosa può portare a complicazioni di lungo termine, come la sindrome post-trombotica che si manifesta con sintomi come gonfiore e dolore cronico nella zona colpita. Inoltre, nelle situazioni più gravi di trombosi arteriosa, c’è il rischio di rilevanti danni ai tessuti (ulcere e necrosi) con conseguente amputazione degli arti colpiti per prevenire ulteriori complicazioni.
Non sono poi da sottovalutare i seguenti fattori per la qualità della vita di chi è affetto da trombosi:
È bene però ricordare che i soggetti che non hanno riportato particolari o gravi complicazioni, possono sia camminare che fare attività fisica moderata. Entrambe le opzioni, quando indicate dal medico curante, possono contribuire alla riduzione dei sintomi della trombosi alle gambe, in particolare del gonfiore, alla comparsa di recidive.
La prima cosa da fare quando si sospetta di avere una trombosi alla gamba (o sintomi correlati) è quella di contattare il medico, il quale saprà indicare gli esami diagnostici corretti ed eventualmente a quale professionista rivolgersi per la prognosi della trombosi.
Il medico specialista di riferimento è l’ angiologo che, previa visita angiologica, esaminerà la condizione di vene e arterie tramite appositi strumenti diagnostici. L’obiettivo della visita angiologica è sia quello di prevenire possibili complicazioni derivanti da una patologia vascolare non ancora evidente, sia quello di curare e gestire una trombosi manifesta.
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L’esame del sangue generalmente utilizzato per la diagnosi della trombosi è il Test D-dimero. I D-dimeri sono frammenti di proteine che si formano dalla degradazione della proteina fibrina, relativa alla formazione dei coaguli sanguigni. I livelli di D-dimeri aumentano, ad esempio, quando vi sono coaguli nel sangue, trombosi venosa profonda, embolia polmonare e tromboembolie arteriose.
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La trombosi venosa alle gambe può essere diagnosticata anche tramite il test specifico dell’ Ecocolordoppler venoso agli arti inferiori. Grazie a questa ecografia potenziata dai valori visivi (color) e acustici (doppler), il test è in grado di analizzare i vasi sanguigni degli arti inferiori e il flusso del sangue al loro interno.
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Considerate le conseguenze a cui la patologia può portare, è spontaneo chiedersi se si guarisce dalla trombosi alla gamba e in quanto tempo.
L’aspetto positivo è che la guarigione è possibile, ma sono molti i fattori che possono influenzarne il processo. Questi includono la gravità della condizione e dei suoi sintomi, la parte del corpo coinvolta, l’età del paziente, la presenza di patologie preesistenti come diabete, cardiopatie o malattie della coagulazione, e altri fattori come lo stile di vita.
Anche la tempestività della diagnosi e del trattamento, il tipo di terapia prescritta e la capacità del paziente di seguire le indicazioni mediche, giocano un ruolo importante nella convalescenza.
Invero, i tempi di guarigione per una trombosi alla gamba possono variare notevolmente da persona a persona e riguardare settimane, mesi o persino anni. Tuttavia, seguendo attentamente le terapie prescritte dal medico si potrà coadiuvare al processo di guarigione, ridurre i sintomi della trombosi e garantirsi una qualità della vita soddisfacente.
La cura standard per la trombosi coinvolge l’uso di farmaci anticoagulanti, che appunto impediscono la coagulazione del sangue. Questi farmaci includono l’eparina, somministrata per via endovenosa o sottocutanea per alcuni giorni, e gli anticoagulanti orali, che devono essere assunti per un periodo più prolungato, spesso che va da 3 a 6 mesi. In alcuni casi, possono essere necessari farmaci trombolitici per sciogliere il trombo più rapidamente.
Con la trombosi si consiglia poi di tenere le gambe sollevate per migliorare la circolazione sanguigna e ridurre il gonfiore.
In presenza di trombosi venosa profonda alla gamba, lo specialista potrebbe prescrivere anche l’uso della calza elastica a compressione graduata, la quale riduce il rischio di complicazioni e aiuta a migliorare la circolazione sanguigna.
Infine, pur se raramente, vi sono situazioni particolari in cui può diventare necessario intervenire chirurgicamente con trombectomia o fasciotomia, per cercare di evitare che l’arto sviluppi cancrena.
Oltre alla cura, è fondamentale comprendere l’importanza della prevenzione della trombosi alle gambe, sia a livello diagnostico che adottando sane abitudini di vita. Anche se sciogliere un trombo senza cure può essere difficile, alcuni trattamenti non invasivi e buone abitudini quotidiane per il benessere delle gambe possono aiutare a prevenire la formazione di coaguli e a mantenere una buona circolazione sanguigna.
Di seguito alcune semplici indicazioni che possono diventare facili misure preventive quotidiane:
Inoltre, è importante gestire i fattori di rischio come l'obesità, il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa attraverso una consulenza medica appropriata e trattamenti ad hoc.
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